Il sindaco attacca il senatore
E minaccia: "Pronto ad andarmene"

Stefano Bruni è «imbarazzato» e «scocciato» per lo stallo in cui si trova il consiglio comunale (sommerso da 228 emendamenti), si dice «pronto alle dimissioni» e lancia affondi verso il coordinatore provinciale del Pdl

COMO - È «imbarazzato» e «scocciato» per lo stallo in cui si trova il consiglio comunale (sommerso da 228 emendamenti), si dice «pronto alle dimissioni» e lancia affondi verso il coordinatore provinciale del Pdl, il senatore Alessio Butti («È tremendamente assente»), verso il consigliere Pdl Gianluca Lombardi («Ha fatto un intervento da consigliere di minoranza»), il presidente del consiglio Mario Pastore (che ha ritardato di un'ora e mezza il via alla seduta per l'assenza di alcune fotocopie) e Arturo Arcellaschi sempre del Pdl («Ha fatto suoi 24 emendamenti di Pastore, è di maggioranza, ma non è la maggioranza»).

È, in sintesi, il pensiero del sindaco Stefano Bruni che ieri si è scagliato con tutti, in primis contro il consiglio che «non fa nulla» per poi dire di essere pronto alle dimissioni. «Vediamo come si comporta la maggioranza in questi giorni - ha detto - e se lavora. Io sono libero e ho parlato con Formigoni e Podestà anche in vista di soluzioni radicali. Le prossime sere capiremo se serviranno 30 sedute perditempo oppure se si lavora. Sono pronto a dimettermi». Poi l'attacco frontale a Butti: «Lo noto tremendamente assente dalla situazione politica comasca. Anche lui è corresponsabile del blocco in cui si assiste. Un conto era il periodo delle elezioni, ma adesso la sua assenza non è più comprensibile. In questi casi o si fa un'azione politica parallela affinchè si risolva tutto in sede politica, ma non sta avvenendo. Oppure c'è la strada dei provvedimenti disciplinari. Invece vedo il nulla. E questo indebolisce il partito e l'amministrazione. Anche di questo fatto ho parlato a Podestà e Formigoni».

Soltanto i prossimi giorni diranno se le parole del sindaco sono l'ennesimo tentativo di strigliare i consiglieri Pdl, oppure se Bruni sia davvero a un passo dal mollare tutto. Chi lo conosce e gli ha parlato nelle ultime ore usa l'aggettivo «deciso» per descrivere lo stato d'animo del primo cittadino. Le reazioni alle sue parole sono glaciali all'interno della maggioranza. Il capogruppo del Pdl, Marco Butti, definisce la situazione «sul piano politico molto grave e lo dico con estremo realismo e consapevolezza. È opportuno confrontarsi collegialmente e le occasioni non mancano per una riflessione schietta e serena e collegiale. La grande preoccupazione è per i tempi di attuazione del bilancio perché l'unica realtà che ne andrebbe a soffrire è la città. Non possiamo permetterci lo stanno su questo argomento». Sta a guardare la Lega Nord che, in caso di voto anticipato (si andrebbe al marzo prossimo), è pronta a fare il pieno di consensi.

 «Che il consiglio comunale sia alla deriva lo si sa da tempo - dice il capogruppo Giampiero Ajani - come è evidente che il Pdl è spaccato dai dissidi interni e per saperlo basta sentire le urla quando si riuniscono. Mi sembra si tratti di dissidi insanabili che non si risolveranno con qualche ritrovo o conferenza. Il Pdl ha la maggioranza assoluta in consiglio comunale, potrebbe fare il bello e cattivo tempo. Non saremo i primi a mandare a casa il sindaco, ma se si vuol dimettere non glielo impediremo- Vuol dire che che è stufo e che forse è meglio che se ne vada. Con un Pdl così litigioso non so se è meglio andare avanti. Del resto negli ultimi consigli spesso è macato il numero legale. Noi ci siamo, ma siamo in due».
Luigi Bottone del gruppo Liberi per Como applaude: «Se si dimette ha tutto il mio appoggio, ma penso che abbia anche quello del 90% dei cittadini stufi di essere presi in giro da questo governo cittadino».

Gisella Roncoroni

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