Che fatica in consiglio comunale
Un'intera serata per un cavillo

Como, un'intera seduta è bastata a malapena per votare un solo emendamento al bilancio. Proseguendo di questo passo, il via libera al documento non arriverà entro il termine del 30 giugno. E la mancata approvazione avrebbe una conseguenza clamorosa: la fine dell'amministrazione Bruni

COMO - L'ultimo consiglio comunale? Un'intera seduta è bastata a malapena per votare un solo emendamento al bilancio. Sembra incredibile, eppure lunedì sera è successo. Proseguendo di questo passo, il via libera al documento non arriverà entro il termine del 30 giugno, visto che gli emendamenti depositati sono addirittura 227. E la mancata approvazione avrebbe una conseguenza clamorosa: la fine dell'amministrazione Bruni. Scenario tutt'altro che remoto, se si considera che il consigliere Donato Supino (Rifondazione) non intende ritirare nemmeno uno dei 173 emendamenti che ha presentato come forma di protesta nei confronti del sindaco, cui imputa la mancata revoca del consiglio di amministrazione di Ca' d'Industria, a dispetto di quanto votato il 19 aprile scorso a Palazzo Cernezzi.

Il copione andato in scena due sere fa, dunque, potrebbe ripetersi a oltranza. Per ogni richiesta di modifica presentata, Supino ha a disposizione cinque minuti (destinati all'illustrazione del testo), quindi tutti i consiglieri possono intervenire (anche in questo caso per cinque minuti), poi l'assessore al bilancio Sergio Gaddi deve dare il “parere di giunta”, infine il testo viene messo in votazione. Tutto questo a patto che non vengano presentate, sul momento, modifiche all'emendamento stesso (i cosiddetti sub-emendamenti), cosa che implica ulteriori interventi e votazioni. Proprio lunedì, per esempio, Supino ha presentato ben 19 sub-emendamenti, a testimonianza della volontà di rallentare quanto più possibile i lavori. Dopo una lunghissima sospensione, dovuta al fatto che i consiglieri non avevano ricevuto tutti i documenti, in aula è stato peraltro discusso e votato (respinto) solo l'emendamento numero 1, firmato da Marcello Iantorno (Pd).

Il voto sul numero 2 è slittato (i sub-emendamenti di Supino sono stati giudicati inammissibili dal vicesegretario generale, con coda polemica e conseguente rinvio) e la discussione sul 3 è stata solo avviata. Domani si riparte: visto il flop della prima seduta, restano da discutere 226 emendamenti (oltre a 15 ordini del giorno). Prima del consiglio si riunirà la conferenza dei capigruppo e, come già anticipato, la maggioranza proporrà di riunire il consiglio comunale tutte le sere, da lunedì a venerdì, per le prossime due settimane, nel tentativo di velocizzare la discussione sugli emendamenti.

Lunedì sera, per la verità, solo Bruni e i suoi fedelissimi sembravano preoccupati per il rischio di non riuscire ad approvare il bilancio in tempo utile. «La cosa più deprimente - ha commentato in aula Mario Lucini, Pd - è vedere che tre quarti dei consiglieri di maggioranza sono felici di questa situazione». Supino, intanto, non molla: «Sto solo chiedendo che il sindaco rispetti il contenuto della delibera sulla Ca' d'Industria votata in consiglio, gli emendamenti al bilancio sono l'unica arma disponibile. Faccio pressione in modo legittimo e aspetto novità concrete: se ci saranno, rivedrò la mia posizione».
Michele Sada

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