Como, rumori fuori norma
I baristi: cambiamo le regole

Gli eserecenti chiedono l'estensione della regola che alza la soglia massima a 70 decibel e che il comune concede in alcune occasioni. Tra i titolari dei locali, intanto, c'è discreta preoccupazione al punto che qualcuno ha perfino ipotizzato “una cosa mai vista”, ovvero uno serrata globale di protesta

COMO Domenica a intervistare la gente in piazza c'era anche la Rai e non mancano di destare qualche preoccupazione i rilievi acustici, assolutamente non vincolanti ma comunque significativi, riportati anche su questo sito e effettuati venerdì scorso durante una serata comasca come tante. In pratica abbiamo dimostrato, movida o non movida (le piazze del centro non erano pienissime) che là dove ci sono assembramenti più o meno numerosi di persone il limite di 50 decibel viene sorpassato in un batter d'occhio: restano al di sotto solo le vie completamente deserte anche se, come ha tenuto a precisare l'ingegnere Giovanni Moschioni che ci ha assistito, in quel caso basterebbe una conversazione tra due persone per raggiungere i 63 decibel. «A questo punto, però, non credo che la situazione si possa risolvere senza estendere la deroga a 70 decibel che viene concessa dal comune in certe occasioni, come gli ‘Aperitivour' che ho ospitato nel mio locale - dice il titolare del Touring di piazza Cavour Davide De Ascentis - Chiudendo i bar la gente, i ragazzi soprattutto, sarebbero comunque in giro, ci sarebbe comunque rumore. E cosa dire del continuo passaggio d'auto? Sul lungolago, a ogni ora del giorno e della notte, si muovono camion, motociclette potentissime e fragorosissime, per non parlare delle sirene dei battelli... Va vietato tutto?». La domanda vera per l'esercente è: come mai la protesta è cominciata solo adesso? «Non so cosa dire - conclude - A me sembra che una decina di anni fa il centro fosse ancora più rumoroso, evidentemente c'è meno tolleranza». Tra titolari, intanto, c'è discreta preoccupazione al punto che qualcuno ha perfino ipotizzato “una cosa mai vista”, ovvero uno serrata globale di protesta. Dai dati rilevati, peraltro, risulta che piazza Mazzini, tra quelle più prese di mira dagli esposti dei residenti, abbia superato il limite, sì, ma di pochissimo e, quindi, potrebbe bastare qualche accorgimento per restare nella norma, anche se proprio domenica ha riaperto il bar 700 Plaza all'angolo con via Diaz, chiuso da mesi e che aveva a suo tempo scatenato l'ira dei residenti. E già ieri erano tantissimi in piazza, richiamati proprio dal bar riaperto.

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