Stretta sulla movida
Paga quello del sushi

In via Adamo del Pero a infastidire non sono i clienti, ma l'impianto di aereazione del ristorante giapponese. Il proprietario: <Cinque controlli in tre mesi>

Mentre in città tiene banco la questione movida, la Procura della Repubblica chiede e ottiene il sequestro dell'impianto di areazione del ristorante giapponese «Ran», inaugurato appena tre mesi fa in via Adamo del Pero, nel cuore del centro storico e prima vittima della stretta contro la movida in città.
Il sequestro delle apparecchiature, contro cui i titolari del locale hanno già fatto ricorso al tribunale del riesame, deriva da una denuncia presentata dai vicini di casa per disturbo della quiete pubblica:le perizie foniche confermerebbero l'eccessiva rumorosità dei condizionatori. «Abbiamo chiuso», ha confermato il titolare, Antonio Caforio, che tuttavia ha anche precisato che «da oggi il locale riapre limitatamente all'attività di cucina che non impone l'utilizzo degli impianti», cioè per sushi e sashimi, classici piatti freddi (e crudi) della cucina giapponese.
Il sequestro dell'impianto è stato firmato dal giudice preliminare Alessandro Bianchi, su istanza del pubblico ministero Daniela Meliota e in forza di una perizia che la proprietà contesta: «Il mio impianto - dice Caforio - è assolutamente a norma di legge, con immissioni acustiche entro limiti e soglie previste. Chiederemo i danni».
In Procura pendono altre denunce, ma per il giapponese paga dazio al fatto che la fonte del rumore non siano gli avventori, ma un impianto tecnologico, più facilmente riconducibile a una diretta responsabilità dei proprietari che dicono: «Resta il fatto che nel giro di tre mesi nel mio ristorante siano stati eseguiti addirittura cinque controlli, prima da parte di carabinieri del Nucleo anti sofisticazione, quindi da parte dell'Ufficio di igiene e dell'Asl e che sia stata superata qualunque verifica».

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