Cà d'Industria, i vertici
urlano al sabotaggio

Denuncia in procura contro due dipendenti delle cucine dell'istituto Celesia: avrebbero deliberatamente cucinato male la carne per scatenare la rabbia degli ospiti

I vertici di Cà d'Industria hanno depositato in Procura una denuncia contro due dipendenti delle cucine dell'istituto Celesia di via Bignanico, ritenute responsabili del sabotaggio che la scorsa settimana aveva scatenato una mezza insurrezione tra gli ospiti, arrabbiati per essersi visti servire in tavola carne «maleodorante» e «immangiabile». A presentare l'esposto querela è stato lo stesso presidente dell'istituto Domenico Pellegrino, che ha spiegato di essere in qualche modo riuscito, tramite Fms - la società che come noto si è aggiudicata il contestato appalto per la gestione del servizio cucina -, a identificare i presunti "sabotatori", due cuoche colpevoli di avere deliberatamente cucinato male la carne. Entrambe le dipendenti (una in servizio da sette l'altra addirittura da 25 anni), sono state cautelativamente sospese dal servizio, in attesa degli esiti dell'indagine in Procura. Così il presidente Pellegrino: «Avevano l'una e l'altra seguito i corsi di formazione e di aggiornamento ed erano perfettamente informate su procedure e protocolli sia di conservazione, sia di cottura e preparazione dei cibi... Ora cercheremo di capire meglio cosa sia successo».
Quello che è chiaro fin d'ora, al di là delle dichiarazioni del presidente - improntate a una certa cautela - è che per Fms dietro alla "rivolta della costina" c'è un atto deliberato, doloso, un vero e proprio sabotaggio collocabile nel contesto del lungo e velenosissimo braccio di ferro tra sindacati e vertici dopo l'esternalizzazione del servizio di mensa. L'episodio dell'istituto Celesia, che risale a giovedì, è senz'altro il più macroscopico ma di lamentele sulla qualità del cibo se ne erano già registrate moltissime, sia da parte degli ospiti che, soprattutto, da parte dei loro familiari. Pellegrino, ieri pomeriggio, ha confermato l'intenzione di mantenere alto il livello di guardia, rilasciando dichiarazioni di tono analogo a quelle già dettate la scorsa settimana: «Sulla qualità del cibo continueremo a mantenere la massima attenzione, come abbiamo fatto finora. Ma se qualcosa non funziona i responsabili sono i cuochi, che non sono mai cambiati, neppure dopo l'assegnazione dell'appalto».
Ora bisognerà capire come abbia intenzione di muoversi la Procura. La denuncia è sulla scrivania del pubblico ministero Daniela Meliota, che deciderà i termini in cui procedere. In linea teorica potrebbe contestare il reato di contraffazione di sostanze alimentari.
Sindacati e dipendenti, schierati compatti dalla parte delle due colleghe denunciate, sostengono che le denunce altro non sono che l'espressione di un tentativo di esautorare il personale, di costringerlo a levare le tende e farsi da parte per lasciare campo libero a nuovi lavoratori.

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