Movida, chiusura alle due
Ma l'accordo non è totale

Parte della maggioranza in consiglio aspetta la nuova ordinanza di Bruni e promette: se non andrà bene porteremo il caso in consiglio. Ancora tensione dopo la chiusura della discoteca al centro sportivo di Casate

COMO - «Se l'ordinanza, fermo restando che la seconda bozza non ci è ancora stata presentata, non andrà nella direzione di trovare un punto d'accordo noi prepareremo una delibera di indirizzo per portare la questione in Consiglio».
È il commento del vice capogruppo del Pdl a Palazzo Cernezzi Pasquale Buono a margine di una riunione di partito che si è svolta in Comune lunedì, convocata dagli stessi consiglieri, dove si è affrontato, ancora una volta, ma per la prima volta in un “faccia a faccia” ufficiale, il tema della movida che, ormai, tiene banco a Como da un mese e mezzo. Non si è trattato, però, di uno scontro tra il sindaco e gli esponenti contrari ai provvedimenti annunciati e resi noti fino a oggi. «C'è stata qualche tensione iniziale commentando quanto è successo alla piscina di Casate - prosegue Buono - Ma Bruni ha ribadito che non è assolutamente sua intenzione far morire questa città». Poco dopo, infatti, il primo cittadino dichiarava a queste pagine linee guida nel rispetto delle leggi già in vigore: stop alla musica dal vivo dopo la mezzanotte, chiusura dei locali alle due. Buono e gli altri esponenti della corrente “rinaldiniana”, tra i maggiori oppositori della prima bozza, chiedono un  protocollo d'intesa sull'ordine pubblico «perché in molti casi i ragazzi che fanno rumore non sono riferibili a nessun locale» ma sono d'accordo, in linea generale, con il sindaco quando invoca una maggiore responsabilizzazione dei gestori nelle due “ore bianche”, tra la mezzanotte e le due, perché vigilino con maggiore attenzione per salvaguardare il diritto al riposo dei residenti. «Dobbiamo ringraziare Federica Simone - prosegue Buono - che ha fatto un grande lavoro di documentazione studiando le ordinanze simili degli altri comuni, da quelli prettamente turistici come Rimini e Riccione ad altri più vicini, per tipologia, a Como. Alcuni differenziano gli orari estivi da quelli invernali ma questa non ci è sembrata una strada percorribile. L'importante è ribadire una cosa che ha confermato anche il sindaco: a differenza di quello che si evinceva dalla prima bozza, i locali non dovranno chiudere a mezzanotte». Non è scoppiato l'amore, insomma, ma sembra che la maggioranza, almeno una parte di essa, si stia avvicinando a una soluzione che salvaguarderebbe gli interessi dei commercianti e degli utenti ma con un occhio di riguardo rispetto ai residenti. Non resta, a questo punto, che attendere la seconda bozza, almeno quanto la attendono gli stessi consiglieri.
Al. Br.

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