Como: la stagione turistica
comincia senza il lago

Tra palizzate, reti e barriere di ogni genere, il lungolago regala infatti ai turisti e ai comaschi più rabbia che soddisfazione. Bastava sentire, domenica, i commenti delle coppie e delle famiglie che transitavano nella zona, restando a dir poco stupiti per la «scomparsa» del panorama

COMO Sole e caldo. Una domenica ideale, quella di ieri, per fare due passi sul lungolago cittadino gustandosi un gelato e ammirando il panorama. Ma se la passeggiata e il cono due gusti restano obiettivi raggiungibili (ammesso che fare lo slalom tra buche e avvallamenti possa definirsi passeggiare), godere della vista del lago e delle colline è diventato, ormai, un'utopia. Tra palizzate, reti e barriere di ogni genere, il lungolago regala infatti ai turisti e ai comaschi più rabbia che soddisfazione. Bastava sentire, domenica, i commenti delle coppie e delle famiglie che transitavano nella zona, restando a dir poco stupiti per la «scomparsa» del panorama. Nelle loro parole, non sempre ripetibili, delusione e sdegno per la presenza di metri e metri di barriere che delimitano il cantiere delle paratie e finiscono per oscurare la vista del lago. Recinzioni tutt'altro che trasparenti, ad eccezione del tratto compreso tra la pizzeria Don Lisander e l'hotel Metropole Suisse (in questo caso su basamenti in cemento sono state poggiate reti metalliche altre un metro e sessanta). Partendo dai giardini, infatti, si incontra subito un'altissima palizzata in legno, seguita - come detto - da diversi metri di rete metallica, quindi un altro breve tratto con le assi in legno. Finalmente, da piazza Cavour all'hotel Palace, una porzione di passeggiata senza recinzioni. Ma è un'illusione che dura poco, perché dal Palace in avanti ricompare l'orribile staccionata marrone, che prosegue in sostanza fino a piazza Matteotti. Una barriera intervallata, peraltro, da due sole finestrelle. Dulcis in fundo, ecco comparire una terza tipologia di recinzione, lungo il tratto iniziale di viale Geno: una rete metallica coperta da un panno a righe orizzontali bianche e rosse. Proprio quest'ultima novità, introdotta il 7 aprile scorso per consentire di avviare la seconda fase del cantiere paratie, ha mandato su tutte le furie i commercianti della zona. L'avvio dei lavori, infatti, ha comportato l'occupazione di una corsia stradale, con l'istituzione del senso unico e le automobili che, a questo punto, transitano a pochi centimetri dai tavolini posti all'esterno dei locali. Proprio nelle ultime ore, il titolare del ristorante «Il Gabbiano» è tornato alla carica: «Per colpa di questa barriera, ho perso tre quarti dei clienti, perché nessuno si siede ai tavolini all'esterno, vedendo la situazione - ha sottolineato - Il Comune avrebbe dovuto far partire i lavori in un'altra stagione, non all'inizio dell'estate, nel periodo dell'anno i cui lavoriamo di più».
All'appuntamento con il primo weekend di giugno, insomma, il lungolago di Como si è presentato nel peggiore dei modi. Come se non bastasse la beffa delle palizzate, bisogna aggiungere la pavimentazione del marciapiede in stile «montagne russe», con cubetti di porfido divelti e il conseguente rischio di incespicare ad ogni passo. Senza dimenticare la figuraccia collezionata dal Comune con la chiusura fantasma di viale Geno, vietato alle auto solo venerdì sera e riaperto sabato pomeriggio dopo le proteste degli esercenti per l'assenza del trenino che avrebbe dovuto consentire a comaschi e turisti di raggiungere i locali della zona. L'iniziativa è stata poi spostata al prossimo fine settimana.

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