Ca' d'Industria, è bufera
Sotto accusa c'è il pollo

Il comitato dei parenti della Ca' d'Industria denuncia un nuovo presunto problema con il cibo servito agli anziani di Villa Celesia. La replica del presidente Pellegrino: «Succedono cose davvero strane. Abbiamo informato la procura»

COMO Le salamelle prima, il pollo e la minestrina «acqua di mare» ora. In Ca' d'Industria il clima non è teso: di più. Da una parte gli ospiti che - per voce del neonato Comitato ospiti e parenti della casa di riposo, capitanato da Giovanni Nitti e Orsola Bianchi - lamentano nuovi guai con il cibo servito a Villa Celesia; dall'altra i vertici sempre più convinti dell'esistenza di un sabotatore all'interno di Cà d'Industria e che ieri sono tornati in procura, a presentare un nuovo esposto. Sul fronte delle ultime lamentele, ieri mattina è stata recapitata alla segreteria generale della casa di riposo una lettera del Comitato dei parenti degli ospiti, in cui si denunciano nuovi problemi con il pasto servito agli anziani. Nell'ordine: domenica sera, stando alla missiva, i nonni avrebbero mangiato «prosciutto crudo molto salato con sapore rancido» e «una minestrina definita "acqua di mare"». Ieri a pranzo, invece, sarebbe toccata al pollo: «Aveva cattivo odore - denuncia il Comitato parenti - la cottura non era perfetta e sembrerebbe che questa pietanza sia stata bollita senza alcun contorno di verdure per insaporire il piatto». Infine, sempre ieri a pranzo, non sarebbe stato servito il pane, ma soltanto grissini.
Su questa ennesima segnalazione il presidente di Ca' d'Industria, Domenico Pellegrino, taglia corto: «Non posso dire nulla, perché anche su questi ultimi episodi è stata interessata la procura. Non posso che constatare che ultimamente accadono cose davvero molto strane». La prima "stranezza" risale a una decina di giorni fa, quando - aveva denunciato in aula a Palazzo Cernezzi il consigliere comunale Bruno Magatti - sono stati serviti piatti di «carne talmente maleodoranti che c'è stata una rivolta». La seconda "stranezza" la scorsa settimana, con i vertici di Ca' d'Industria che hanno denunciato e sospeso dal servizio due cuoche dell'istituto Celesia di via Bignanico, ritenute responsabili del sabotaggio che aveva scatenato una mezza insurrezione tra gli ospiti, arrabbiati per essersi visti servire in tavola carne «immangiabile». La terza stranezza la difesa delle cuoche, che hanno sostenuto di aver servito le salsicce dello scandalo al posto delle salamelle previste inizialmente, perché finite. Ora i due nuovi episodi in rapida successione. «C'è grande rammarico da parte mia e di tutto il consiglio per quanto sta succedendo - è il commento di Domenico Pellegrino - Posso solo confermare che i controlli sono tanti e forti». Sul fronte opposto i firmatari del comitato ospiti e parenti: «Il malcontento sta crescendo e a malapena riusciamo a tenere fermi gli ospiti dall'intraprendere strade legali che porterebbero a conseguenze peggiori».
Il clima è teso. Di più: invivibile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA