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Giovedì 10 Giugno 2010
Betty e Thomas: la loro morte
non è colpa dei medici
Como: l'equipe del Valduce intervenuta nel tragico parto di Elisabetta Petrone Montanino e del figliohanno agito «correttamente», «senza alcun elemento configurante malpractice medica» e con «tempi di esecuzione del taglio cesareo nei limiti dell'accettabilità». Lo hanno stabilito i periti del giudice
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La consulenza, depositata nei giorni scorsi in tribunale, assolve di fatto i medici del Valduce dal sospetto di aver tergiversato troppo prima di procedere al taglio cesareo.
Secondo gli esperti la morte di Betty è stata causata da «embolia da liquido amniotico», una patologia la cui «mortalità è stimata tra il 65% e l'80%», un'embolia che ha provocato - sostengono i periti del tribunale - anche la grave «anossia», ovvero la mancata ossigenazione del cervello, del piccolo Thomas, nato morto e rianimato dall'équipe.
Secondo i periti le scelte mediche, dal momento del ricovero, sono state corrette. Il problema - viene sottolineato nella perizia - è l'improvviso tracollo delle condizioni di salute della mamma con conseguente «sofferenza anossica del feto e gravissima compromissione cerebrale» che in appena dieci minuti ha causato una «compromissione definitiva e irrecuperabile».
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