Appiano Gentile, ecco Benitez
Sorrisi e un regalo: Milito

«Non sono un pirla» era stato, il 3 giugno del 2008, il biglietto da visita di José Mourinho neoallenatore dell'Inter. Due stagioni e quattro titoli dopo, alla Pinetina di Appiano Rafa Benitez ribalta, scherzando, la presentazione: «Se sono qui penso di essere intelligente».

APPIANO GENTILE - «Non sono un pirla» era stato, il 3 giugno del 2008, il biglietto da visita di José Mourinho neoallenatore dell'Inter. Due stagioni e quattro titoli in bacheca dopo, Rafa Benitez ribalta, scherzando, la presentazione: «Io dico solo che se sono qui penso che sono intelligente». Un anti-Mou? «No, Mourinho ha fatto un grande lavoro qua, io sono diverso - ha detto lo spagnolo -: mi piace vincere, fare buon calcio se è possibile. Anche a me piace vincere, non credo sarà molto diverso. Tutti gli allenatori sono chiamati a fare cose importanti, questa squadra ha fatto un anno quasi perfetto, e adesso vogliamo continuare con questa mentalità vincente».

E sarà questa la ricetta di mister Benitez all'Inter nel giorno della presentazione ufficiale alla Pinetina. Completo scuro, cravatta sociale nerazzurra e spilletta sul bavero della giacca, più di un sorriso e qualche risata, ha chiarito subito che «i giocatori sono buoni: fare buon calcio e vincere sarebbe perfetto, altrimenti è sempre meglio vincere perchè dopo puoi imparare». È arrivato presto alla Pinetina, per il secondo giorno consecutivo e ha salutato e conosciuto il personale del centro sportivo che lunedì non aveva potuto incontrare. Una stretta di mano, qualche parola e un sorriso per tutti. È contento Rafa Benitez del clima che si respira in Italia: «La prima sensazione arrivando in Italia, arrivando all'Inter, è che si respira calcio, dal primo momento. Ero in vacanza in Sardegna, c'erano giornalisti intorno che aspettavano, prima uno, poi un altro, poi sono aumentati e hanno iniziato a schierarsi con il 4-5-1, con il 4-3-3, con tutte le formazioni».

L'obiettivo sul campo sono 6 "tituli", per dirla alla Mou che ha modificato il dizionario del calcio italiano con la sua espressione inconfondibile. Un Mourinho con cui Benitez non ha parlato «perché sono molto impegnato qui, ma se dovessi parlarci non sarebbe certo un problema». «Noi abbiamo visto dopo questo anno speciale per l'Inter che c'è la possibilità di vincere 6 trofei - ha aggiunto - faremo di tutto per fare il meglio, a cominciare dal mese di agosto, non c'è molto tempo ma faremo di tutto per lavorare bene. Sono molto contento di avere giocatori di livello, il livello è alto qui, se possiamo mantenere la mentalità vincente sarà perfetto». Benitez non ha detto praticamente nulla sul mercato (né su Mascherano, né su Gerrard con cui ha parlato il giorno del suo compleanno «ma solo di Mondiale») anche perché di nomi e possibili cessioni ne sta parlando direttamente con la società e con il direttore dell'area tecnica Marco Branca che ieri ha detto che «Milito è incedibile» e che l'acquisto importante è possibile ma «si tratta di fare le cose per bene per il presidente, i tifosi e i ragazzi che hanno dato tanto quest'anno. È una forma di rispetto per tutti, anche per il bilancio».

Sulla possibile partenza di Maicon con destinazione Real Madrid nessuna novità. «Abbiamo tanti giocatori di livello e Maicon lo è - afferma il tecnico spagnolo nel giorno della sua presentazione ad Appiano Gentile -. È un giocatore importante per noi. Sono cose di cui dobbiamo parlare con la società, ma in questo momento sono molto contento perchè è forte ed è un nostro giocatore». In ogni caso, nessuna rivoluzione in vista. Anche perché «cambiare tutto non è intelligente» è il Benitez-pensiero. Balotelli è un «giocatore di qualità e siamo contenuti di averlo con noi. Ma dobbiamo lavorare con la corretta mentalità», mentre per Samuel Eto'o che con Mourinho si è sacrificato parecchio a servizio della squadra il mister ha usato aggettivi come «intelligente e bravo» e ha aggiunto che «sa che la squadra è la cosa più importante, se giocheremo con lo stesso sistema di gioco lo farà ancora e possiamo anche farlo, vedremo». Nessuna voglia di parlare del suo possibile arrivo alla guida della Juventus («Non ho memoria in questo momento»), ma più di una parola sul suo addio a Liverpool: «È stato difficile, sono stato lì sei anni. Le cose però cambiano». Alle 12 in punto di ieri Appiano Gentile e l'Inter hanno chiuso definitivamente la porta dell'era Mourinho e dato via a quella targata Benitez.
Gisella Roncoroni

© RIPRODUZIONE RISERVATA