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Mercoledì 23 Giugno 2010
L'organo di Civello al restaturo
Tornerà a suonare tra un anno
Villa Guardia: Sono 1280 canne, catalogate una ad una, smontate, visionate, identificate chiamandole con il nome del costruttore. È un "Fra' Damiano Damiani" del 1833, ampliato con le aree laterali da Nasoni e Gandini di Varese nel 1910. È da 100 anni che non riceve più attenzioni
La squadra dei restauratori all'opera affascina: «Vigesima seconda 44 ritornello» dice Ilic Colzani accanto alla parte alta dell'organo, arrampicato sul ponteggio, Valentina Vittani pigia il tasto trovandolo tra le due vecchie tastiere, ciascuna di 58 tasti. Ogni canna smontata viene catalogata, non solo per il posto che ha nella fila, l'operazione è altamente tecnica, dare un'identità alle canne non è un gioco da ragazzi, agli occhi inesperti sono tutte uguali, cambia solo la dimensione, Ilic riconosce il costruttore e racconta che tipo di canna è in tutta scioltezza. Una settimana circa per smontarlo, riporre accuratamente canne, somieri, mantici e parti meccaniche in modo da trasportare tutto nel vicino laboratorio di via Varesina e poi il lavoro di restauro, meticoloso che non terminerà prima del Natale 2011.
«È un felice caso che siano proprio 100 anni dall'ultimo intervento – dice Ilic Colzani, organaro – anticamente un organo era efficiente se veniva rinnovato almeno una volta ogni 20 o 30 anni, questo la dice lunga sullo stato in cui versano invece gli strumenti oggigiorno».
Restaurare un organo non è cosa da tutti i giorni, sono giganti che hanno un'anima, risentono come tanti strumenti musicali di varianti climatiche, sbalzi di temperatura, sentono il caldo e il freddo, a volte danno il meglio delle loro caratteristiche altre soffrono. «Questo era praticamente morto, insuonabile da almeno 10 anni - Mattia Calderazzo ne parla come di un amico in sofferenza - mantici bucati, perdeva aria. E' dagli anni '80 che si parla di metterci mano ma ci sono sempre state altre priorità. Nel 2002 sono stati rifatti i pavimenti della chiesa e altri lavori, la polvere ha peggiorato la situazione dell'organo. Adesso dopo il nulla osta della sovrintendenza possiamo restaurarlo. Documenteremo l'intervento con foto e video non solo per gli archivi parrocchiali ma per trasmetterlo alla gente, magari con una piccola pubblicazione».
«Qui a Civello ci sono due condizioni ottimali che incoraggiano l'uso dell'organo – analizza Colzani – una cantoria capiente che può ospitare coro o organico strumentale e il riscaldamento a pavimento, senza bocchettoni che buttano aria direttamente sullo strumento, situazione ideale per suonare anche inverno».
La squadra è affiatata: Ilic, Valentina ed Emanuele Grisoni. «Si, sono sempre gli stessi che invecchiano, ma gli organi con gli anni migliorano, loro no». L'organaro strizza l'occhiolino e porta il pc accanto alla tastiera per rilevare le condizioni di accordatura al momento dello smontaggio. Si rileva tutto: «431 hertz a 25 gradi centigradi» e si annota. Saranno eseguiti anche lavori di muratura, stucchi e il restauro della cassa lignea con i suoi capitelli ionici dorati e gli omaggi floreali: 17 registi, 9 pedaletti, 2 tastiere complete da 58 tasti e la pedaliera da 27 note reali. E le canne, grandi e piccole messe a riposo in casse di legno che sul fondo hanno un materassino e i fogli de La Provincia.
Tutto da smontare, trasportare, analizzare, curare, ripristinare e poi rimontare. Una spesa di circa 100mila euro.
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