Usura, droga e estorsioni
Il Coconut e il giro erbese

Vita e opere dei presunti affiliati alla malavita di Erba. A cinque giorni dalla maxi operazione che, nel volgere di poche ore ha decapitato, all'alba dello scorso martedì, i vertici della 'ndrangheta lombarda, nuovi dettagli "comaschi" filtrano dalle pagine di una ordinanza di custodia davvero impietosa con una provincia ritenuta a torto distante da un certo tipo di attività criminali.

Non solo ospedale, non solo rifiuti tossici e non solo camion di inerti in realtà mai inertizzati. A cinque giorni dalla maxi operazione che, nel volgere di poche ore ha decapitato, all'alba dello scorso martedì, i vertici della 'ndrangheta lombarda, nuovi dettagli "comaschi" filtrano dalle pagine di una ordinanza di custodia davvero impietosa con una provincia ritenuta a torto distante da un certo tipo di attività criminali. Leggere, per credere, i passaggi che i magistrati milanesi dedicano al cosiddetto "locale" di Erba, piccolo ma dinamico club delinquenziale comandato da tale Pasquale Giovanni Varca, 47enne originario di Isola di Capo Rizzuto ma residente a Bosisio Parini, nel Lecchese. Varca e i suoi si rivelano particolarmente attivi nel settore del movimento terra, nel traffico di droga, nell'usura, nella ricettazione di mezzi d'opera e nel traffico di banconote false. Varca, che nella scala gerarchica ha il grado di "trequartino", è il referente locale di Domenico Oppedisano, autentico big boss della malavita organizzata calabrese, e a Erba sa muoversi molto bene. Con lui ci sono altri due Varca, Luigi e Francesco, c'è Carmine Giuseppe Verterame, c'è l'albanese Edmond Como, ci sono Michele Oppedisano (un nipote di Domenico), Fabrizio Parisi, Aurelio Petrocca, Francesco Tonio Riillo e Francesco Crivaro, 47enne di Eupilio titolare del Coconut, popolare locale della Erba by-night reso celebre da alcune trascorse frequentazioni, ai tempi di Azouz Marzouk e del suo mentore (provvisorio) Lele Mora. Secondo la Dda di Milano il Coconut funge spesso da base operativa per gran parte delle attività illecite del gruppo. Crivaro, come Pasquale Varca, risulta coinvolto in diversi episodi: ci sarebbe lui, per esempio, dietro il favoreggiamento della latitanza di un paio di affiliati di spicco della cosca "Arena" (Paolo Lentini e Antonio Morelli, a lungo coperti dal locale di Erba che provvide a procurargli soldi e un'auto a noleggio), così come sempre lui ci sarebbe dietro gran parte delle attività usurarie della banda. La Dda di Milano lo descrive come "trait d'union" tra gli erbesi che avevano necessità di denaro e coloro che il denaro lo mettevano invece a disposizione. Esaustivo il caso della Hypo Alpe Adria Bank spa, sempre di Erba, in cui lavora (lavorava?) un consulente finanziario - il cui nome compare nell'ordinanza ma nei cui confronti non sarebbero stati intrapresi provvedimenti - che fino a pochi mesi fa intratteneva relazioni piuttosto strette con il padrone del Coconut e con Varca. Il consulente della Hypo garantiva loro una certa, costante disponibilità finanziaria anche in assenza di concrete coperture, Crivaro ricambiava provvedendo, per conto del suo "benefattore", a effettuare recupero crediti presso soggetti terzi, gente che aveva ritardato oltre misura i pagamenti al consulente della Hypo.
Quella che si apre oggi è una settimana decisiva per il prosieguo dell'inchiesta. Sono attese le contromosse dell'esercito di avvocati difensori, pronti a chiedere scarcerazioni e riesami in massa.

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