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Giovedì 29 Luglio 2010
Peverelli, il giardiniere dei re
che fa fiorire i grattacieli
A capo di un'azienda vivaistica conosciuta in tutto il mondo, ha firmato anche il parco dell'emiro del Quatar e ora per l'Expo trasformerà Milano in una foresta
«Non bisogna mai essere gelosi della propria conoscenza, va invece usata per istruire gli altri».
Giorgio Peverelli è un uomo tranquillo ma deciso. È presidente dell'omonima azienda di famiglia, che tra qualche mese compirà i 120 anni di fondazione, con sede a Fino Mornasco. Presa dalle mani del padre e dello zio, che l'avevano ricevuta dai genitori fondatori, l'ha poi fatta crescere assieme ai cugini, e oggi la sta progressivamente lasciando in custodia a figli e nipoti che s'impegnano a consolidare l'attività di un marchio famoso in tutto il mondo per la progettazione e cura del verde. Lunga la lista degli architetti con cui lavora a stretto contatto: da Renzo Piano a Oscar Niemeyer, da Massimiliano Fuksas a Stefano Boeri. E vastissimo il campo d'intervento: dai grandi giardini privati come la residenza dell'emiro del Qatar agli spazi pubblici come la nuova Fiera di Rho Pero; dai terreni di gioco degli stadi di Italia 90 a opere faraoniche come la residenza reale in Arabia Saudita, dove sono state impiegate più di 60 persone per due anni e sei aerei cargo zeppi di alberi alti fino a quattro metri. Ora la nuova sfida: il «bosco verticale» nei nuovi grattacieli di Milano, con piante da nove metri fino a 100 metri dal suolo, ma soprattutto l'Expo del 2015.
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