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Venerdì 13 Agosto 2010
Il governo taglia le grandi mostre
Gaddi: «Ma non ci arrendiamo»
La strada delle grandi mostre non è mai in discesa. Stavolta a mettersi di traverso non ci sono polemiche politiche o questioni personali nei confronti dell'assessore curatore Sergio Gaddi, ma è il Governo. E questa volta il rischio che il grande evento 2011 salti non è marginale. Il motivo? Sta tutto nella manovra appena approvata dal parlamento. Il Comune costretto a ridurre la spesa
A Palazzo Cernezzi hanno già fatto i conti e sono impietosi: nel 2011 si potranno spendere per la grande mostra circa 80mila euro anziché i 280mila euro spesi nel 2009. Nettamente contrario alla stangata del Governo, Gaddi: «I tagli alla cultura sono tagli contro lo sviluppo. Se pensiamo che restano in piedi le Province, che sono enti scandalosamente inutili, e a livello nazionale si colpisce la cultura con questo tipo di riduzioni è francamente incomprensibile. Sono d'accordo sul fatto che gli Enti locali debbano fare sacrifici, ma non si può imporre in modo generalizzato gli ambiti su cui non è possibile spendere nemmeno se ci sono risorse». Lo stesso sindaco Stefano Bruni aveva rivendicato la necessità di poter decidere autonomamente dove tagliare.
Sulla mostra in bilico, Gaddi ammette le difficoltà: «Ci troviamo con un ostacolo in più e non di poco conto. Ci stiamo lavorando, mi sto confrontando con il ragioniere capo anche se è il 12 agosto. Dai primi calcoli emerge che potremmo investire una cifra attorno agli 80mila rispetto ai 280mila. Cifra francamente ridicola. A questo punto dovremo trovare necessariamente sostegno esterno. Per salvare la mostra dobbiamo non solo preoccuparci di costruire il progetto, ma anche di dargli un maggior sostegno privato rispetto al passato. Per fortuna il nostro modello di gestione è assolutamente virtuoso, perché arriva a coprire la metà del finanziamento con l'incasso della biglietteria. Sarà una ulteriore sfida. Bisogna entrare nell'ordine di idee che oggi non è possibile infierire sui settori che sono in senso assoluto quelli a maggior tasso di crescita e, quindi, la cultura e il turismo. Gli sprechi sono un'altra cosa e sono da un'altra parte. Faremo carte false pur di salvare il progetto. Una cosa è certa: non ci arrendiamo».
Gisella Roncoroni
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