La speranza: "La piccola Marisol
deve riuscire a respirare da sola"

Como: primario della divisione di Patologia neonatale dell'ospedale Sant'Anna, Mario Barbarini ha presentato il quadro clinico della bambina nata con un parto cesareo d'emergenza, su un'autoambulanza del 118 ferma ai lati della strada mentre i 21 anni della madre si stavano spegnendo

COMO «Non abbiamo segnali negativi. La speranza è quella di riuscire a staccare il respiratore a Marisol». Il primario della divisione di Patologia neonatale dell'ospedale Sant'Anna, Mario Barbarini, a metà di ieri mattina, ha presentato il quadro clinico della bambina nata con un parto cesareo d'emergenza, su un'autoambulanza del 118 ferma ai lati della strada mentre i 21 anni della madre si stavano spegnendo. Le manovre rianimatorie non sono mai state interrotte; madre e figlia sono arrivate insieme all'ospedale, la bambina non è stata separata dalla sua mamma e al pronto soccorso è stato dichiarato l'esito per Soraya. Ma già sulla soglia dell'ospedale, Marisol era attesa dai neonatologi che l'hanno portata in reparto, un reparto altamente specializzato e si sono presi cura di lei.
«Le condizioni sono stabili e questo è un fatto positivo»: è la prima indicazione del dottor Barbarini e chissà, intorno a quella culla, quante terapie avanzate, quante professionalità si alternano per vincere la sfida. La prognosi rimane inevitabilmente riservata: «E i problemi sono di diverso tipo - aggiunge il primario - Innanzitutto, sono problemi respiratori: la bambina è assistita dal respiratore. Valuteremo in seguito quelli di tipo neurologico: non possiamo sapere per quanto tempo la bambina è rimasta priva del flusso di sangue agli organi vitali» e, quindi, se ha subito danni dall'anossia.
La piccola è sottoposta a trattamento ipotermico, basse temperature, per «tenere a riposo il sistema nervoso centrale», spiega il dottore. Ma quando potranno essere sciolte le riserve sulle condizioni della piccola che alla nascita pesava tre chilogrammi ed è stata definita «una bella bambina»? Impossibile far previsioni: è tutto da valutare. Intanto, dovrà essere valutata l'autonomia respiratoria, quando sarà staccata «la macchina». E il dottore ribadisce: «La speranza è proprio quella di riuscire a staccare il respiratore».
Per tutti gli eventuali danni di tipo neurologico, i tempi di valutazione saranno più lunghi. In un primo momento, sembrava che bastassero 72 ore, tre giorni da martedì, per stabilire l'evoluzione definitiva delle condizioni, ma non è così: è un termine per un certo tipo di terapie, ha spiegato il dottor Barbarini. E già l'altro ieri, il direttore sanitario dell'Azienda ospedaliera Sant'Anna, Laura Chiappa, aveva sottolineato i due fatti importanti: «Marisol è viva ed è stabile».
I parenti chiedono preghiere.  Per tutti, l'aveva detto il nonno paterno di Marisol, l'altro giorno: «Prego Dio perché ci lasci la bambina, in ricordo di mia nuora». La nuora che non c'è più e che aveva già pensato di far battezzare la figlia a Natale, in Sicilia.
Nel frattempo, ieri mattina il sostituto procuratore Massimo Astori ha affidato l'incarico per eseguire l'autopsia sul corpo della giovane mamma morta nello scontro di Gironico. A eseguire l'esame, per stabilire le cause della morte, è l'anatomo patologo dell'ospedale Sant'Anna, Giovanni Scola. Fabio Falchi, il giovane alla guida dell'auto che è piombata sulla vettura dove viaggiava Soraya Maria, ha nominato un consulente di parte e lo stesso hanno fatto i familiari della 21enne morta nello scontro. In un secondo momento la procura dovrà anche effettuare un'ulteriore perizia medico legale: quella sulla neonata tuttora ricoverata in prognosi riservata. Oltre che di omicidio colposo, infatti, il 18enne di Ronago rischia un'incriminazione anche per lesioni colpose gravissime.
L'inchiesta è lunga. Per ora i carabinieri di Lurate Caccivio hanno sentito gli amici e i testimoni dello scontro, in attesa di poter verbalizzare anche le dichiarazioni dei protagonisti del tragico scontro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA