Marisol prova a staccarsi
dai macchinari

Oggi nella patologia neonatale dell'ospedale Sant'Anna di Como le prime prove per testare quanto la bambina abbia sofferto dopo la morte della mamma durante l'incidente a Gironico

COMO Oggi Marisol Lunetta deve provare a cavarsela da sola. La prima di una serie di lunghe prove che l'aspetteranno nella vita compreso farsi largo nel mondo senza la mamma, che non c'è più. Oggi i medici le staccheranno i tubicini e lei, che già ha dimostrato di saper respirare da sola, dovrà provare che non è solo un un caso ma ci può riuscire ad andare avanti senza le macchine che l'hanno tenuta in vita dal giorno dell'incidente. 17 agosto 2010 è la sua data di nascita ma anche la data che sarà scolpita sulla lapide della mamma. Ieri la salma di Maria Soraya Annibale è stata portata in Sicilia dove mercoledì si terranno i funerali. La sua bambina ha davanti una serie di prove e se le supererà si potrà dire che il parto, nonostante tutto, è andato bene. La sua mamma l'ha protetta da danni peggiori.
Il primario della patologia neonatale dell'ospedale Sant'Anna, Mario Barbarini, continua a ripetere «siamo ottimisti, ma dobbiamo aspettare». Oggi finirà la prima parte dell'attesa. Il quadro clinico è sempre molto impegnativo. È una bambina nata prematura, in seguito a un incidente stradale dove sua mamma ha preso un colpo talmente forte al torace da morire. Bisogna vedere se da quando Soraya ha smesso di respirare a quando i medici hanno levato Marisol dalla sua pancia con un taglio cesareo, la piccolina ha subito traumi o conseguenze. Per oggi si capirà cosa Marisol riesce a fare da sola ed è quindi un giorno decisivo. Poi, per il resto, si possono aspettare le altre fasi della crescita. Chi l'ha vista, però, dice che la piccolina è bella, rosa, non provata come si potrebbe pensare dopo un incidente e ancora di più alla luce della sospetta anossia a cui potrebbe essere andata incontro nel lasso di tempo intercorso dalla morte della madre al momento in cui è stata fatta nascere dall'équipe del 118, la dottoressa Francesca Gatti e l'infermiere Samuele Sgrò.
Una l'ha già superata. Sta andando avanti senza il trattamento ipotermico, al quale i medici l'avevano affidata nei primi giorni perché il suo sistema nervoso non si affaticasse. Oggi saranno tolte anche le macchine e allora il primario potrà valutare se l'assenza di afflusso di sangue e ossigeno dovuta alla morte della mamma abbia in qualche modo compromesso gli organi vitali di Marisol. La piccolina sarà sottoposta a esami e sollecitazioni per verificare come reagisce. A quel punto si potrà tracciare un quadro neurologico.
Chiedono tutti: come sta la bambina? E non solo a Como e a San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, di dove sono originari gli Annibale e i Lunetta, ma in tutta Italia. La storia di Rosario, Soraya e Marisol ha commosso tutta Italia. E l'unica certezza, per la bambina, è che in tanti vorranno sapere come sta crescendo e se ha bisogno di aiuto.
«Oggi è un giorno decisivo, potremo dare qualche indicazione in più su come evolve il quadro clinico della bambina», conclude il primario.
Anna Savini

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