«Senna, il sindaco si dimmetta
Su Lourdes non si deve scherzare»

Claudio Parravicini all'attacco sulle intenzioni di Flaminio Vasile di andare in pellegrinaggio per evitare il crac finanziario del comune: «Chiediamo un po' di rispetto per chi considera Lourdes come un luogo di fede e preghiera. Per questo faccia i bagagli, ma per andarsene a casa»

SENNA COMASCO «Il sindaco deve dimettersi immediatamente: strumentalizzare la fede per fini politici è una scorrettezza indicibile». E' questa la richiesta indirizzata al primo cittadino da Claudio Parravicini, capogruppo in minoranza con Senna 2000.
«No, non è uno scherzo, è la verità - aveva detto il sindaco Flaminio Vasile l'altro giorno - andrò in pellegrinaggio a Lourdes con tutti i consiglieri di maggioranza. Di sicuro andremo lì prima che ci sia la sentenza sul caso di via del Gaggio». Il 4 novembre, a Milano, si andrà in appello. Per il centro sportivo mai realizzato, nel 2006, vennero espropriati 8mila metri quadri a una decina di privati cittadini. Il Tribunale di Como, in primo grado, ha stabilito che quei terreni valgono 130 euro al metro quadro. Non 3 euro e 17 centesimi, come fu riconosciuto all'epoca. Se dopo il ricorso del municipio sarà confermato il maxirimborso da un milione e 300mila euro, il comune finirebbe in bancarotta.
Ma per l'opposizione, non è proprio il caso di affidarsi all'aiuto divino. «Sono dichiarazioni vergognose - il punto di vista di Parravicini - chiediamo un po' di rispetto per chi considera Lourdes come un luogo di fede e preghiera. I miracoli sono una cosa seria per chi ci crede. Centinaia di malati gravi, ogni giorno, si recano nella località francese nella speranza di trovare sollievo al loro precario stato di salute».
 «Vasile - prosegue Parravicini - ai tempi dell'acquisizione dei terreni (il sindaco era Luciano Filippetto, oggi in minoranza con Uniti per Senna, ndr) era assessore all'Urbanistica. Se oggi dichiara di dover andare a Lourdes a chiedere un miracolo, significa che abbiamo varcato il limite della comune decenza. Sarebbe quindi meglio che il sindaco faccia i bagagli. Ma non per andare a Lourdes, bensì a casa».

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