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Giovedì 09 Settembre 2010
Arrestati due ladri di biciclette
Ma non basta a fermare i furti
Recuperata una Bianchi da corsa del valore di tremila euro. Due ladri, riconoscuiuti responsabili anche di una precedente sparizione avvenuta in via Milano, sono stati condannati a 12 e 11 mesi di carcere
Chiedere, per credere, alle decine di comaschi che nelle ultime settimane hanno pianto la sparizione della propria bici, volatilizzata nel nulla nonostante lucchetti e catene. «Un disastro», dice Franco Martinelli, storico proprietrio del negozio di viale Lecco, cui in media si rivolgono due, tre clienti a settimana per chiedere di poter acquistare un mezzo nuovo avendo subito l'ennesimo furto. Che fine fanno le biciclette rubate?Difficile dirlo, perchése è vero che in alcuni casi si tratta di furti cosiddetti «d'uso», messi a segno da gente che si serve del mezzo per spostarsi salvo poi abbandonarlo al prorio destino una volta a destinazione, è anche vero che la maggior parte delle due ruote sparisce in senso letterale. E sul loro destino si intrecciano storie. Per esempio, quelle di chi sostiene che vi sia un vero e proprio mercato con i paesi del Maghreb, alimentato da container che zeppi di mezzi rubati prendono il largo dai porti di Napoli e di Genova alla volta del Nord Africa. «Le più belle e costose - precisa però ancora Martinelli - finiscono notoriamente a Milano, in zona Navigli...». Il meccanismo è efficacissimo: il ladro lega il suo gioiello a una ringhiera e attende in disparte, salvo poi palesarsi all'arrivo del primo curioso che vi si avvicini per osservarla: «Interessa?... Se interessa gliela vendo», e il gioco è fatto. «Personalmente - dice ancora il "ciclista di viale Lecco - da alcuni anni a questa parte, quando qualcuno mi si presenta dicendo di dover vendere una bicicletta sulla cui provenienza non ho certezze, rispondo chiedendo una copia del documento di identità... E spesso capita che di fronte alla richiesta, il cliente giri i tacchi e se ne vada. Il rischio di acquistarne e di rivenderne di rubate, sul mercato dell'usato, è altissimo». La soluzione per contrastare il fenomeno ci sarebbe: come accade da anni in diversi capoluoghi emiliani, il Comune dovrebbe farsi carico della punzonatura dei telai, magari servendosi di un codice numerico, e consegnandone copia al legittimo proprietario, in modo da renderne traccabile la titolarità. L'altroieri le volanti della polizia hanno avuto il merito di arrestare due rarissimi ladri di biciclette, visto che in genere, in assenza di denunce (che non sporge quasi nessuno), l'impunità è garantita: si tratta di due amici residenti in città con precedenti penali specifici, Francesco Iannone, 24 anni, e Marina Nicolini, 44: li hanno fermati nel pomeriggio di martedì a Porta Torre con una splendida Bianchi da corsa rubata al proprietario del negozio Tre Sixty di via Cinque Giornate, valore tremila euro circa. In tribunale li hanno riconosciuti come gli autori di un altro furto, a giugno in via Milano, e alla fine li hanno condannati rispettivamente e 12 e a 11 mesi. Ma è difficile credere che le condanne basteranno a scongiurare altri furti
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