Il caso Perego Sant'Anna
alla divisione Antimafia

L'inchiesta comasca sul presunto traffico di amianto finisce sul tavolo del procuratore Ilda Bocassini

COMO Il fascicolo sul presunto traffico di rifiuti proibiti verso il cantiere del nuovo ospedale Sant'Anna finisce sul tavolo del procuratore antimafia Ilda Bocassini. Ciò che aveva vaticinato il giudice Gennari, nell'ordinanza di custodia cautelare che aveva portato in cella Ivano Perego e i suoi soci in odor di 'ndrangheta, alla fine è accaduto: l'inchiesta sulla gestione "allegra" di amianto e altri materiali inquinanti smaltiti in luoghi proibiti - secondo l'indagine condotta fino ad oggi dalla procura di Como - dalla Perego Strade di Cassago Brianza passa dal Lario alla Direzione distrettuale antimafia. Il trasloco degli atti, formalmente, è legato a una recente modifica legislativa. Nel mese di agosto, sulla Gazzetta ufficiale, è infatti comparsa l'estensione della «competenza della Direzione Distrettuale Antimafia sul reato di attività organizzate per il traffico illecito dei rifiuti». E così l'intero fascicolo Perego, quello aperto dal pm Rose e sul quale hanno indagato polstrada di Como e carabinieri del Noe per un vasto traffico di rifiuti tossici e pericolosi - tra i quali l'amianto - portati via da cantieri di Como (ex Lechler) e Canzo e smaltiti illegalmente (tra l'altro) nella sede dell'azienda a Cassago Brianza, ma anche in cantieri pubblici (come quello del Sant'Anna, a sentire le dichiarazioni di una decina di camionisti della Perego Strade), passa ora ai magistrati milanesi dell'antimafia.
In realtà il viaggio verso Milano degli atti processuali era nell'aria, almeno rileggendo i passaggi degli atti a firma Ilda Bocassini, Alessandra Dolci, Paolo Storari e Alessandra Cecchelli, nei quali gli stessi magistrati sottolineavano come «tra i fini della organizzazione mafiosa contestata vi è anche lo smaltimento illegale di rifiuti e quindi questo grave episodio (il riferimento era alla vicenda Sant'Anna ndr) concorre a definire il reato associativo».
Nei prossimi giorni gli inquirenti lariani saranno a Milano per illustrare agli uomini dell'antimafia tutti gli atti di un'inchiesta che vede indagate quattordici persone: gli ex amministratori della Perego Strade, ovvero Claudio, Luigi e - ovviamente - Ivano Perego, oltre a undici ex camionisti della società fallita un anno fa. Le accuse sono, a vario titolo, di falso e traffico illecito di rifiuti speciali.
I giudici dell'antimafia avevano già avuto modo di evidenziare il loro interesse per l'indagine lariana e per le conseguenze dell'allegra gestione di rifiuti tossici. E infatti nell'ordinanza che ha fatto scattare il blitz per associazione mafiosa si legge che «gli scavi effettuati dalla Perego - la quale, si rammenti, ha lavorato in cantieri per la realizzazione di opere pubbliche di notevole importanza - sarebbero pieni di sostanze notoriamente inquinanti e pericolose come l'amianto».
P. Mor.

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