Orticolario, pieno di visitatori
E nessuno lascia a mani vuote

Ci si perde tra i profumi di calle e lilium e gli stranieri si complimentano davanti alle creazioni delle maggiori aziende florovivaistiche comasche. Fanno tutte una gran bella figura e poi hanno questo effetto collaterale, mettono tutti di buonumore

CERNOBBIO - La signora tiene in braccio una pianta di limoni con la stessa espressione di un tennista che ha appena conquistato Wimbledon. Il marito abbraccia un fascio di piante con la stessa aria beata. Intorno a loro è una processione di gente di buonumore, mica facile di questi tempi. Eppure qui a Cernobbio è così. Nessuno esce da Orticolario senza portarsi in braccio qualcosa da piantare in giardino. Chi ha le mani vuote ha le tasche piene di semi e biglietti da visita. Quattordicimila visitatori lo scorso anno, ancora di più in questa edizione. Un andirivieni continuo (1.200 il primo giorno, 5mila sabato) di gente entusiasta. Il banco di tartinette, patè al tonno, pomodorini, fichi con crudo e delizie varie fa subito il pieno all'ingresso. «Guarda, c'è anche da mangiare». E se si servono tutti. In realtà è a pagamento (servizio catering Amici comunità Cenacolo), ma il gradimento è altissimo lo stesso. «Fai la foto, fai la foto. L'ho visto su Casa & Country», ordina una ragazza al fidanzato nello stand di Castagnone tenendo in mano una cesta di vimini. Lavabo incastonato in un tavolino provenzale, copri bottiglie di corda, gabbiette dei canarini, porta vadi in ferro, valigie di cartone. Nello stand di  Castagnone sembra di essere a casa della nonna. I prezzi non sono da casa della nonna (il tavolino con lavabo costa 800 euro scontato), la gabbietta per gli uccellini 70, ma i visitatori diventano matti. E chi non compra, trae ispirazione. Il vero lusso è questo, altro che gli orologi da sceicchi e le vasche da bagno in oro. Qui torna di moda la tinozza della nonna, gli album delle fotografie di carta, il miele non raffinato, gli strofinacci a quadretti, le copertine ricamate, i grembiuli con i disegni, le presine personalizzate, gli appendi chiavi rustici. E poi i guardaroba, quelli veri, quelli di una volta, con gl interni lavanda, magari, come la scala di legno che c'è in uno dei corridoi. Ci si perde tra i profumi di calle e lilium e gli stranieri si complimentano davanti alle creazioni delle maggiori aziende florovivaistiche comasche. Fanno tutte una gran bella figura e poi hanno questo effetto collaterale, mettono tutti di buonumore.
Anna Savini

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