Inverigo: il castello ai privati
e 9.000 metri di parco al Comune

Convenzione rinnovata e prolungata per ulteriori 5 anni - All'amministrazione comunale verrà trasferita a breve la proprietà di parte del parco della prestigiosa dimora - La minoranza contesta le scelte della giunta Bartesaghi: "Troppo poco"

INVERIGO Una convenzione rinnovata e prolungata, per dare al privato il tempo di garantire agli inverighesi quanto promesso, e il cui primo risultato sarà il passaggio al Comune, tempo due settimane, del parco affacciato su via Al Gigante. Troppo poco secondo Uniti per Inverigo, che Castello Crivelli vorrebbe rimanesse, quantomeno per una piccola parte, patrimonio pubblico e non solo residenza di gran lusso. La gemma più antica e preziosa incastonata in cima al paese, il castello, del quale s'è parlato l'altra sera in consiglio comunale, dove è passata la modifica e integrazione della convenzione in essere tra l'amministrazione e la società Agritrade srl che sta attuando il piano di recupero del pregiato comparto. Convenzione che risala al 2000 e che prevedeva che l'operatore realizzasse entro cinque anni una serie di opere di urbanizzazione a scomputo degli oneri. L'accordo contempla infatti che al Comune vengano ceduti 16 mila metri quadrati e opere primarie e secondarie in realizzazione diretta come il restauro di via Crivelli, il recupero delle terrazze panoramiche sulla stessa, quello della porzione del giardino all'italiana da destinarsi a giardino pubblico - e questo verrà attuato dopo la cessione ormai prossima - oltre al parcheggio pubblico con accesso da Via al Gigante e il collegamento pedonale fra il nuovo parcheggio pubblico e piazza Sant'Ambrogio. Tutto ancora in attesa. Le modifiche alla convenzione contemplano, tra le altre cose, l'estensione della garanzia fideiussoria, con un copertura del 100% dei costi previsti per le opere – pari a 2.270.000 euro – e non più del solo 50%, a maggior tutela del Comune. E ancora, oltre alla cessione degli 8.500 metri quadrati di parco, la ristrutturazione della chiesetta da cedere al Comune e, appunto, la proroga fino al 2015 dei termini di validità del piano di recupero, anche se per la maggior parte degli interveti si dovrebbe avere la realizzazione entro il 2012. Si dovrebbe. Una modifica e una dilatazione necessarie, hanno sottolineato il sindaco Alberto Bartersaghi e il vicesindaco Angelo Riboldi, per permettere al privato, alle prese con le difficoltà del mercato e di un restauro complesso, di rispettare i patti e onorare quindi gli accordi. Ma d'accordo non è Mario Canzi di Uniti per Inverigo: «E' impensabile che a fronte di un piano d'intervento da 41 mila metri cubi al Comune ne vadano 1.300. Ed è impensabile che gli inverighesi non possano avere per la collettività un pezzo importante della loro storia quale il castello». L'opposizione, infatti, è tornata a chiedere la cessione al paese della parte più antica, il castrum, e il libero passaggio pedonale ogni giorno nel giardino della villa. «È scandaloso che non si possa far nulla rispetto allo stato di grave degrado in cui si trovano alcune parti del castello - continua Canzi - il ponte che conduce al pretorio e la garitta sono circondate da piante che possono farli crollare, alcuni tetti del castrum sono crollati, il tetto che ripara il torchio medievale è molto danneggiato, tanto che quando piove questo si bagna». La convenzione è stata approvata, mentre è stata cassata l'ipotesi di un consiglio aperto sul tema.

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