Magistri, uno studente si ferì
Ora il preside a processo

Nel 2007 un ragazzo si appese alla traversa di una porta da calcetto, nella palestra della scuola di Lazzago, un compagno lo tirò e se la ribaltò addosso. Il dirigente e un bidello accusati di lesioni colpose

Si appese alla traversa di una porta da calcetto, un suo compagno lo tirò per le gambe, la porta si ribaltò. Risultato: uno studente dell'istituto Magistri Cumacini, all'epoca sedicenne, finì dritto all'ospedale Sant'Anna, privo di sensi, sanguinante, con il volto mezzo scardinato e tre denti rotti. Per questo episodio, che risale al mese di maggio del 2007, si è aperto ieri mattina in tribunale un processo nei confronti dello storico preside Enrico Tedoldi e di un suo collaboratore, il bidello Nicola Infante, l'uno e l'altro accusati di lesioni colpose.  Nel caso specifico, il preside deve risponderne perchésecondo la procura della Repubblica, non avrebbe adottato, come si legge nel capo di imputazione, «quelle misure tecniche e organizzative adeguate a ridurre al minimo i rischi connessi all'uso delle porte da calcetto, in particolare a evitare la presenza di porte non ancorate al suolo». Ma non solo. La Procura contesta a Tedoldi anche il fatto di non avere impedito che le porte venissero impiegate per operazioni non compatibili con il loro fine, tipo, appunto, appendersi alla traversa (anche se, sul punto, non è chiaro in che modo il dirigente avrebbe dovuto o potuto attivarsi). Le colpe del bidello, invece, si limiterebbero a una sorta di mancato controllo della classe. Prossima udienza il 28 ottobre.

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