Cucciago, ecco i segreti
della messa in televisione

Domenica Raiuno trasmetterà la messa dalla parrocchia in occasione del millenario di Sant'Arialdo. Ecco i retroscena dell'organizzazione

CUCCIAGO Nell'era della televisione, il millenario della nascita di Sant'Arialdo si avvia al gran finale con un evento spirituale e mediatico: la messa in diretta su RaiUno. Domani, alle 11, le telecamere riprenderanno la liturgia domenicale dalla chiesa dei Santi Gervaso e Protaso. Laddove il patrono e martire cucciaghese, dieci secoli fa, volle costruire il luogo di culto. La pianificazione tecnica impone, per questioni di spazio e sicurezza, un accesso limitato a 250 fedeli. A loro, la parrocchia ha distribuito un pass speciale.
Da casa - sia dall'Italia che dall'estero - si potrà ammirare l'interno della chiesa di Cucciago, e partecipare a un rito studiato con cura. Dove non mancano le curiosità. I ritmi sono calcolati al minuto, il coro parrocchiale ha dovuto cronometrare i canti e, in virtù dei sottotitoli del Televideo, l'omelia è stata scritta in anticipo.
Impossibile non notare, nella giornata di ieri, la presenza della Rai sul sagrato della chiesa parrocchiale. Furgoni e camion, cablaggi, operatori. «Sono al lavoro sedici tecnici - annota Lorenzo Barbieri, responsabile della produzione Rai - per preparare anche le luci e il collegamento satellitare».
La regia da Cucciago è affidata a don Dino Cecconi. «Siamo in quattro sacerdoti a curare, con rotazione settimanale, la messa della domenica - spiega - la liturgia scorre sotto l'occhio del teologo. E segue una scaletta dettagliata. La messa è sottotitolata per i non udenti alla pagina 777 di Televideo. Quindi, tre giorni prima, tutti i testi devono arrivare a Saxa Rubra, nel centro produzione Rai di Roma. In sovrimpressione, compariranno in corsivo le parti in cui si canta».
Utile per tutti. «Proprio in queste ore - prosegue don Cecconi - era previsto un incontro con i cantori della parrocchia: si sono preparati sia per i tempi che per i testi». Il sacerdote, proprio per rispettare i sottotitoli e i ritmi tivù, non potrà improvvisare. «Al celebrante si chiede, con una certa costrizione, di restare fedele al testo - dice il regista -, l'omelia viene scritta giorni prima. Lunghezza e contenuto sono predefiniti: il sacerdote legge uno scritto di 4.200 battute, spazi compresi. In questo modo, non si superano i sette minuti».
Saranno trasmesse le immagini del prezioso altare di Cucciago, dovuto a Romano Rui. E l'ampio ciclo di affreschi novecenteschi del Ravanelli, gli smalti, i cotti, gli sbalzi in rame.
Per incarico del cardinale Dionigi Tettamanzi, presiederà la celebrazione monsignor Gianantonio Borgonovo, dottore dell'Ambrosiana. Per Cucciago si tratta di un evento più unico che raro. Nemmeno Cantù, con il millenario di Galliano, ha avuto un simile privilegio. A Cucciago, l'occasione è stata promossa dal Comitato Arialdo 2010, composto da comune e parrocchia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA