Inverigo, il Comune ha vinto
Avrà due milioni dalla Victory

Il tribunale di Como si è espresso a favore del Comune di Inverigo: i due milioni di euro versati alla Victory come risarcimento per i mancati guadagni devono venire restituiti all'amministrazione. E quindi agli inverighesi tutti. Un tesoretto che rientrerà nelle casse comunali.

INVERIGO Un cerchio che si chiude, e soprattutto un corposo tesoretto che torna nelle casse del municipio, dopo anni di accantonamenti, incubi di dissesto, servizi erogati al minimo. Il tribunale di Como si è espresso e si è espresso a favore del Comune di Inverigo: i due milioni di euro versati alla Victory come risarcimento per i mancati guadagni devono venire restituiti all'amministrazione. E quindi agli inverighesi tutti. Ordinanza del giudice Paolo Negri Della Torre che di fatto concede la provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo opposto all'immobiliare milanese e che quindi intima a quest'ultima di rendere la somma che il Comune non avrebbe dovuto sborsare, senza attendere l'esito del ricorso che questa ha presentato in Cassazione. Decisamente un giorno da festeggiare in municipio, quello di ieri, ricevuta dal proprio legale, Lorenzo Spallino, la comunicazione della decisione. La prima, di giornata storica, s'era celebrata nel novembre del 2008, quando la Corte d'appello di Milano emise la sentenza che sanciva che da parte dell'amministrazione nulla era dovuto di quei 41 milioni di euro che l'immobiliare esigeva come indennizzo per i mancati guadagni conseguenti alla risoluzione della convenzione che nel 1966 avrebbe dovuto portare un milione e duecento metri cubi di fabbricati nella valle dell'Orrido. Stabilendo anche, appunto, la restituzione di quei due milioni di euro d'indennizzo pagati tra il 2005 e 2006. La Victory – ormai non più titolare dell'area ma solo delle cause ancora in atto - ha deciso di ricorrere in Cassazione contro la sentenza, dichiarandosi disponibile a presentare una fidejussione bancaria per quella somma. Ma il Comune, non ritenendosi sufficientemente tutelato da quest'ultima, nell'udienza del 12 ottobre ha comunicato la propria scelta di rifiutarla. E il provvedimento del tribunale di Como gli dà ora ragione su tutta la linea perché, si legge, non ci sono prove tangibili della fondatezza della pretesa dell'ex immobiliare mentre «è pacifico che il convenuto abbia versato somme di cui ora chiede la restituzione». Leggi, non c'è dubbio alcuno che il Comune, a costo di notevoli sforzi, abbia sborsato il valsente che la sentenza della Corte d'appello ha stabilito di restituirgli in secondo grado.

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