Como, il caos di via Varesina
riabilita l'assessore del muro

Il sindaco Stefano Bruni affonda Molinari e rimpiange Caradonna: «Con la sua esperienza e il suo piglio non sarebbe successo. Se l'azienda non fosse venuta sarebbe andato a Brescia a prenderli a calci»

COMO «Con l'esperienza e il piglio con Caradonna non sarebbe successo». Così il sindaco Stefano Bruni sulla paralisi viabilistica di venerdì causata dall'asfaltatura di giorno e non di notte come previsto. E il primo cittadino non vuole nemmeno sentire parlare del mistero del fax inviato da Società Autostrade il 15 ottobre, ben sei giorni prima dell'avvio dell'asfaltatura, alla polizia locale. Fax di cui Molinari ha detto di non sapere nulla e di essere stato informato «dai tecnici solo alle 15 del 21 ottobre, quando ormai la strada era stata fresata». «Il problema - ha detto Bruni - non è il fax, ma non si poteva consentire all'impresa di dire "l'Autostrada è chiusa, non veniamo". Bisognava prenderli a calci in culo. Dovevano farlo gli uffici e l'assessore: "Cosa? Non venite? Fate altre strade, fate la Comasina, vi mandiamo i vigili se c'è un problema, ma voi venite". Quindi il problema non è il fax, non nascondiamoci dietro il fax. Credo che su questo specifico punto Caradonna sarebbe andato a Brescia e li avrebbe presi a calci in culo».

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