"Processi lunghi a Como
gli avvocati non aiutano"

Per la macchina della giustizia ci potrebbe essere un modo per velocizzare almeno la trasmissione di dati e documenti: l'utilizzo della posta elettronica certificata. Ma lo strumento informatico che consente di abbreviare i tempi e di risparmiare soldi sembra non piacere agli avvocati.

COMO Per la macchina della giustizia ci potrebbe essere un modo per velocizzare almeno la trasmissione di dati e documenti: l'utilizzo della posta elettronica certificata. Ma lo strumento informatico che consente di abbreviare i tempi e di risparmiare soldi sembra non piacere agli avvocati. Che continuano così ad andare negli uffici a chiedere copie. A lanciare il sasso è stato ieri il presidente del tribunale Nicola Laudisio durante la presentazione dell'accordo tra enti per l'utilizzo della posta elettronica certificata. «Ogni anno - ha spiegato Laudisio - noi inviamo 20mila biglietti di cancelleria e potremmo farlo utilizzando la posta certificata. Sono però ancora troppo pochi gli avvocati che hanno aderito perché c'è uno zoccolo duro, soprattutto costituito da chi ha i capelli bianchi, che fa resistenza. Almeno su questo possiamo riuscire ad essere più veloci. Faremo un convegno all'Università dell'Insubria a novembre proprio su questo specifico problema».
I biglietti di cancelleria, per i non addetti ai lavori, sono i documenti in carta non bollata con cui il cancelliere porta a conoscenza delle parti e degli altri soggetti processuali determinati fatti rilevanti per il processo, nei casi prescritti dalla legge o dal giudice. Il biglietto è formato da due parti uguali: una da consegnare al destinatario e l'altra da tenere nel fascicolo d'ufficio. Con la posta elettronica certificata si ridurrebbero considerevolmente tempi e costi. Visto anche che il tribunale già non naviga in buone acque. Lo stesso presidente Laudisio, per l'ultima volta a maggio aveva preso carta e penna e scritto al ministero della Giustizia parlando di «profondo disagio» segnalando la mancanza di personale pari al 30% il rischio paralisi e la situazione al collasso dei giudici di pace (ne restano in servizio 7 su 15, ma tra poco scenderanno a 5). Entro la fine dell'anno, poi, se ne andranno (in pensione o in altra sede) quattro giudici della sezione civile e questo significa qualcosa come 1500 fascicoli, cioé altrettanti contenziosi, da riassegnare tra i magistrati che restano (otto su un organico di dodici) e un conseguente allungamento dei processi. Sul fronte degli amministrativi (60 effettivi su un organico di 83) una boccata d'ossigeno è data dall'entrata in servizio di 13 lavoratori socialmente utili scelti dalle liste di mobilità dell'amministrazione provinciale. Resta da capire se la rivoluzione digitale riuscirà non solo a mettere in comunicazione gli Enti, ma anche a convincere gli avvocati ad utilizzarla.
Gi. Ro.

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