Bruni resiste agli attacchi
Ma è a un passo dall'addio

I ribelli: "Ad oggi il sindaco non ha la nostra fiducia". Il senatore Butti ammette: "Momento difficile"

COMO - Bruni sempre più in bilico. L'annuncio della nascita di un nuovo gruppo in consiglio comunale, composto da 5 elementi (Pastore, Buono, Frigerio e Arcellaschi hanno deciso di lasciare il Pdl, mentre il consigliere Anzi - eletto in Forza Italia - è appena subentrato al dimissionario Rudilosso e ha detto che farà parte del nuovo gruppo) fa traballare paurosamente la poltrona del primo cittadino e potrebbe segnare la fine anticipata del mandato. Tra una settimana (l'8 novembre) si discuterà la mozione di sfiducia contro Bruni firmata da tutte le minoranze e da Luigi Bottone (Liberi per Como). E ai 16 voti sicuri (quelli dei consiglieri che hanno presentato il documento) potrebbero aggiungersi 4 “ribelli” su 5 (Pastore sembra orientato verso l'astensione) e il capogruppo di Liberi per Como, Emanuele Lionetti. Il totale salirebbe a quota 21 e manderebbe in archivio con un anno e mezzo d'anticipo il Bruni bis. Uno scenario al quale il sindaco anche ieri ha detto di non credere, mentre il coordinatore provinciale del Pdl, Alessio Butti, non ha nascosto i timori: «La situazione è molto delicata - ha detto - Ma continuiamo a lavorare con un obiettivo, che è il bene della città e dei cittadini. La prossima settimana faremo una conferenza stampa, per ora non voglio aggiungere altro». Oggi, tra l'altro, Butti affronterà il tema in un vertice con il gruppo cittadino del Pdl, intenzionato a chiedere l'espulsione dal partito di Pastore, Buono, Arcellaschi e Frigerio. Ma dai “ribelli” arrivano altri segnali chiarissimi: «Ribadiamo - ha detto ieri Pasquale Buono - che, in questo momento, la fiducia al sindaco da parte nostra non c'è. Oggi voterei per la sfiducia». I consiglieri che hanno dato vita la nuovo gruppo stanno elaborando un documento che indica una serie di priorità per la città e, se condiviso con il sindaco, potrebbe aprire scenari diversi (astensione invece del sì alla sfiducia). Questo “programma di salvataggio” verrà reso noto nel prossimo consiglio comunale (giovedì 4 novembre), insieme al nome del nuovo gruppo, che potrebbe peraltro accogliere anche i consiglieri Bottone e Lionetti arrivando a 7 elementi. Quel che è certo è che non si tratterà di una replica del gruppo “Autonomia comasca” (creato dopo lo strappo nel Pdl in Provincia) e che, per il momento, i consiglieri non sceglieranno le insegne di Futuro e libertà, il movimento di Gianfranco Fini.
Bruni ieri ha ostentato tranquillità: «Sono assolutamente sereno, in linea teorica i numeri per la sfiducia potrebbero esserci ma far cadere l'amministrazione sarebbe una follia perché si farebbe un danno alla città – ha detto – Il nuovo gruppo? Una scelta senza prospettiva, uno strappo non giustificato, mi dispiace. Ora comunque c'è solo una nuova articolazione nella maggioranza, i numeri non cambiano. Certo, non credo che sia un'operazione neutra rispetto al governo della città. Proprio per questo parlerò con i consiglieri e vedremo quali saranno i loro contenuti, per ora non li hanno spiegati e non si è capito bene cosa stanno facendo. Se i contenuti saranno utili alla città, li accoglierò. Bisogna vedere se c'è la volontà di amministrare». Intanto il Pd attacca, con il segretario cittadino Stefano Legnani: «La formazione di un nuovo gruppo conferma la grave crisi che attraversa il Pdl. Nonostante la maggioranza assoluta di cui dispone, il Pdl non è stato in grado in questi anni di raggiungere nessuno dei principali obiettivi del suo programma. La città è abbandonata a se stessa, proseguire in questa esperienza amministrativa costituisce ormai un accanimento terapeutico».
Michele Sada

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