Il museo del mobile di Cantù?
Per ora salta anche la mostra

Nella ex chiesa della Trasfigurazione, ovvero Sant'Ambrogio, doveva essere realizzata l'esposizione che, in sostanza, doveva essere un'anticipazione del museo permanente. Ma, dopo un primo entusiasmo, gli organizzatori hanno dovuto fare un passo indietro, anche per mancanza di risorse

CANTU' Lo aspettano da vent'anni, i canturini, il museo del mobile. E a occhio è bene che si armino di ulteriore pazienza.
Il primo atto, la partenza beneaugurante, doveva essere infatti rappresentato dalla mostra da allestire all'interno della la ex chiesa della Trasfigurazione, Sant'Ambrogio, candidata ufficiale a ospitare quell'esposizione permanente che renda omaggio al design e all'arredo. Ciliegina sulla torta, la concomitante edizione numero zero del Festival del design organizzato dal Clac – anche questo destinato a traslocare in piazza Marconi, nelle intenzioni – sulla quale si è aperto il sipario a metà ottobre per calare il 13 novembre. Ma a oggi, a dieci giorni e spiccioli dalla chiusura, sulla mostra in questione ancora nessuna nuova. Prima della ciliegina, insomma, c'è da riuscire a cucinare la torta. Il che fa presagire un percorso non semplice per riuscire a mettere in piedi e far funzionare qualcosa di ben più complesso e costoso quale, appunto, un museo permanente.
La notizia era trapelata nelle scorse settimane, quando lo stesso sindaco Tiziana Sala annunciò, anche in consiglio comunale, la decisione di sistemare il museo nell'ex monastero al quale si è cominciato a mettere mano alla fine degli anni Novanta, quattro milioni di euro spesi finora. E il cantiere non è ancora finito, visto che resta da riqualificare tutto il primo piano. Ovvero dove, nei programmi i, potrebbe accasarsi proprio il Centro legno arredo Cantù. In Sant'Ambrogio c'era stato persino un sopralluogo, cui aveva preso parte anche Daniele Tagliabue, presidente canturino di Confartigianato oltre che coordinatore del comitato che negli ultimi anni lavorato al progetto del museo, e l'intenzione era proprio sfruttare l'attenzione sulla città creata dal festival, per allestire in Sant'Ambrogio una sorta di anteprima del museo del mobile. Doveva essere una mostra dedicata a pezzi di design e prototipi prodotti dagli anni Trenta ai giorni nostri, in arrivo da collezioni private. Ma a quanto pare la faccenda si presenta più complessa di quanto l'ottimismo e l'entusiasmo lasciassero presagire. O forse non si sono fatti i conti fino in fondo con la scarsità di risorse. Fatto sta che a oggi della mostra ancora non si sa nulla e appare ormai probabile che si decida di inaugurarla più avanti, a dicembre almeno, dopo la fine del festival.

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