Bruni apre sul taglio degli assessori
E può salvarsi anche questa volta

Il sindaco Stefano Bruni, rientrato ieri dalla mini-vacanza tra i templi di Luxor, apre al dialogo per salvare l'amministrazione comunale dalla caduta anticipata a causa della mozione di sfiducia che verrà discussa lunedì prossimo, 8 novembre

COMO - Il sindaco Stefano Bruni, rientrato ieri dalla mini-vacanza tra i templi di Luxor, apre al dialogo per salvare l'amministrazione comunale dalla caduta anticipata a causa della mozione di sfiducia che verrà discussa lunedì prossimo, 8 novembre. La votazione potrebbe invece arrivare giovedì 11 visto che difficilmente la discussione si esaurirà nella prima seduta.
«Le richieste - ha detto ieri Bruni - sono al vaglio, le valuteremo. È arrivata la lettera di Lionetti e Bottone, dagli altri invece non è arrivato ancora nulla. Si tratta di richieste nella stragrande maggioranza dei casi accoglibili. Credo di incontrarli e ho già sollecitato Lionetti. Io ero via, lui anche». Dai cinque dissidenti (Pastore, Buono, Arcellaschi, Frigerio e il neoconsigliere Anzi), invece, non ci sono state comunicazioni, anche se, come ha detto lo stesso sindaco, «potrebbero magari convergere con quelle di Liberi per Como».
In ogni caso si tratta e anche le parole di Arcellaschi (nell'intervista a lato) sono chiare visto che parla di astensione. Lo stesso presidente del consiglio Mario Pastore aveva già detto di pensare all'astensione in quanto «ho un ruolo di garanzia».
A si troverà l'accordo il sindaco potrebbe salvarsi per la seconda volta dal voto di sfiducia come era giù successo nel febbraio del 2009. Il taglio dei tre assessori, comunque, non sarebbe facile da attuare. «Per procedere bisogna fare delle revoche motivate - ha chiarito Bruni - e non mi sembra molto fattibile, ma vedremo anche perché ci sarebbe un problema di procedura e di compatibilità operativa. Ma nei prossimi giorni esamineremo le proposte e prenderemo delle decisioni». Bruni ha anche detto che, comunque, bisognerà portare la questione sul tavolo del Pdl e dell'alleato Lega Nord. Due assessori, però, Ezia Molinari e Anna Veronelli, hanno già dato la disponibilità a dimettersi e, a quel punto, resterebbe un'unica poltrona da tagliare.
Dal canto suo ieri Emanuele Lionetti (Liberi per Como) ha ribadito le richieste (in totale sono 14): «Non transigiamo - ha detto - sui temi legati ai risparmi e credo che su questo ci potrà essere una convergenza per sette consiglieri. In sintesi chiediamo la sospensione del giornalino comunale purtroppo letto da pochi; la riduzione del compenso del segretario generale visto che è enormemente dispendioso anche considerando i risultati (Ticosa, paratie, forti criticità sui dipendenti come evidenziato dalla Corte dei Conti con spese troppo alte per i dirigenti mentre i dipendenti prendono poco); l'eliminazione della figura del portavoce; la riduzione tassativa di tre assessori e l'acquisto delle quote dai privati del Politeama di cui voglio vedere l'acconto. Se non ci saranno risposte concrete voterò contro». Nei prossimi giorni, quindi, ci sarà il faccia a faccia.
Gi. Ro.

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