Piccoli Pozzi e Rinaldin crescono
Lo scontro di Bottega si sposta in aula

I giovani non sono interessati alla politica - a giudicare dai 33 posti su 72 rimasti vacanti nella Consulta studentesca provinciale - ma evidentemente, perlomeno a Como, la politica, e in particolare alcuni partiti, sono molto interessati ai giovani.

COMO - I giovani non sono interessati alla politica - a giudicare dai 33 posti su 72 rimasti vacanti nella Consulta studentesca provinciale - ma evidentemente, perlomeno a Como, la politica, e in particolare alcuni partiti, sono molto interessati ai giovani.
Lo conferma Alessio Paolo Pinato, presidente uscente della Consulta (si è diplomato lo scorso luglio ed è in attesa di essere sostituito), nonché coordinatore regionale e provinciale di Alternativa studentesca, movimento giovanile di recente costituzione, legato al Pdl. Da un mese, Pinato gira per scuole a cercare ragazzi da presentare alle elezioni studentesche in corso negli istituti superiori fino al 15 novembre. Le ragioni di tanto movimentismo - che nella scuola comasca non si vedeva da anni - le spiega lui medesimo: «Voglio combattere il mio avversario con le idee, con le proposte, con i fatti», dice. Ma il suo avversario non sono i "comunisti", contro cui ogni tanto si scaglia il presidente del Pdl, bensì «gli sfascisti». «Continuo la mia crociata contro Azione studentesca», esplicita Pinato. Il riferimento è alle liti dello scorso anno scolastico con il vice presidente della Consulta, Davide Novati, e con il segretario, Emilio Cornelio, che presentarono una mozione di sfiducia nei suoi confronti. All'origine dello scontro le tensioni interne al Pdl: Pinato sosteneva apertamente Gianluca Rinaldin alle elezioni regionali, e anche questo gli rinfacciarono i suoi detrattori, accusati a loro volta da lui di essere dei "pozziani", cioè sostenitori di Giorgio Pozzi. «Sono persone che non hanno a che vedere con il mio metodo di fare politica - aggiunge Pinato a proposito dei colleghi di As -, poi magari ce ne sono tanti altri bravissimi e con i quali può essere un piacere collaborare...». Quali sono invece i metodi e le proposta di Alternativa studentesca? «Abbassiamo un po' i toni e diamo la possibilità a tutti di dire quello che pensano», afferma Pinato. Ma la prima azione concreta che propone non è esattamente moderata: «Portiamo il procura i presidi che il 10 febbraio non ricordano le foibe...».
Novati, pure lui passato all'università, è ancora responsabile di Azione studentesca, in attesa di un successore. Sempre che Azione studentesca continui ad esistere: era un'emanazione di An e ora in molti non si riconoscono nel Pdl. «Noi non ci stiamo muovendo - dice Novati -. Non siamo come loro». E anche lui non rinuncia a nomi e cognomi: «Come Rinaldin che vuole mettere bocca ovunque e ha i suoi scagnozzi pronti a pilotare i ragazzi. Noi - aggiunge - vogliamo che uno studente abbia le sue idee e che le sappia portare avanti. Siamo disponibili a dare una mano, ma solo una volta che la lista è fatta». È ancora la guerra tra "rinaldiniani" e "pozziani" che si estende anche alle lezioni studentesche? Novati non condivide questa lettura: «Secondo me è veramente uno schifo - esclama -. È pessimo vedere ex di An che sostengono uno di Forza Italia perché gli viene comandato da chi è al potere. E alla fine vincono tutti e due, ma non rappresentano le nostre idee». Mentre a destra litigano, a sinistra i Giovani democratici stanno a guardare. «Abbiamo proposto di candidare ragazzi a noi vicini ma non vogliamo mettere il cappello sulle liste studentesche - dice il segretario provinciale Alessandro Briccola -. Non è bello che l'impegno da giovani sia legato al brutto della politica. Gli studenti si devono preoccupare della scuola, non si sostenere Pozzi o Rinaldin, come fanno nel Pdl».
Pietro Berra

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