Tagli e aumenti record
per autobus e treni

Beffa l'utenza, a partire da pendolari e studenti: a gennaio rincari fino al 30% e riduzione delle corse. Comune e Provincia: «Rischiamo disservizi»

Autobus e treni, a gennaio arrivano aumenti tariffari da record: 30% per il biglietto singolo e 20% per l'abbonamento. Ma scatterà anche una riduzione del servizio, con tagli alle corse. Il motivo? La Regione deve fare i conti con 247 milioni di euro in meno, sottratti dalla Finanziaria (cifra che scenderà, nella migliore delle ipotesi, a 200 milioni). E le conseguenze saranno pesantissime. La contrazione delle risorse, infatti, si ripercuoterà - a cascata - su Comuni e Province, gli “azionisti” delle aziende di trasporto. Gli utenti, quindi, pagheranno di più (gli enti locali devono rispettare i contratti), a fronte di un servizio peggiore. Un'autentica beffa.
Lo scenario da brivido è emerso dalla riunione del Tavolo per il trasporto pubblico locale che si è svolta venerdì sera in Regione, alla presenza dei rappresentanti di enti locali, aziende, pendolari e sindacati. «Queste misure - ha ribadito l'assessore regionale ai trasporti Raffaele Cattaneo - non sono state volute dalla Regione, che cerca di portare avanti strategie per far fronte ai tagli alla spesa previsti dalla manovra finanziaria». Quali saranno gli effetti concreti dei tagli? Oltre all'aumento delle tariffe, Comune e Provincia di Como spiegano che dovranno essere eliminate alcune corse degli autobus. Non si può ancora entrare nel dettaglio (sebbene siano già state messe nero su bianco diverse ipotesi), visto che le cifre non sono ufficiali e si terranno altri incontri con la Regione nelle prossime settimane. Ma è certo che la scure si abbatterà sulle linee meno utilizzate, sulle corse serali e su quelle festive, mentre si cercherà di salvaguardare il servizio negli orari di punta per non penalizzare studenti e pendolari. «Saremo costretti ad arrampicarci sugli specchi - commenta l'assessore provinciale Patrizio Tambini - L'aumento delle tariffe in fondo è il male minore, lo si può accettare visto che ci attesteremo sulla media degli altri Paesi europei. Il problema sono i tagli al servizio, che peraltro comporteranno una perdita di posti di lavoro». E l'omologo di Tambini in Comune, Stefano Molinari, aggiunge: «Ci sarà un confronto con Asf per decidere nel dettaglio su quali linee intervenire, ovviamente punteremo sulle fasce orarie di “morbida” . Noi - spiega - potremmo sopportare al massimo un taglio del 3%, in caso contrario si rischiano disservizi pesanti. Lo ribadirò in una lettera a Cattaneo, anche perché ci ha detto che terrà conto delle città virtuose e noi lo siamo, visto che non ci sono sprechi nel settore. Tra circa un mese avremo il responso definitivo, di certo il quadro non è rassicurante».

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