No al taglio degli assessori
I ribelli: votiamo la sfiducia

La trattativa per salvare il sindaco di Como Stefano Bruni e l'amministrazione dalla sfiducia è praticamente naufragata e i sette consiglieri del neo gruppo Autonomia liberale per Como si dicono pronti a votare in modo granitico a favore del documento decretando così la fine anticipata del mandato

COMO La trattativa per salvare il sindaco Stefano Bruni e l'amministrazione dalla sfiducia (in discussione domani sera) è praticamente naufragata e i sette consiglieri del neo gruppo Autonomia liberale per Como (Pastore, Buono, Arcellaschi, Anzi, Frigerio, Lionetti e Bottone) si dicono pronti a votare in modo granitico a favore del documento decretando così la fine anticipata del mandato. Uno dei punti - condizioni poste dai sette al sindaco è il taglio di tre assessori, oltre a una serie di economie che vanno dalla cancellazione del portavoce all'abolizione del giornalino "Il Cittadino", alla riduzione dello stipendio del city manager passando per lo stop a nuove assunzioni, il pgt e una scia di richieste. Se dal primo cittadino era sembrata esserci una disponibilità a parlare del dimagrimento della giunta, ieri il coordinamento del Pdl è stato chiaro. «Il coordinamento, ma anche diversi consiglieri - ha dichiarato ieri il coordinatore provinciale, il senatore Alessio Butti - mi hanno detto che non sono assolutamente d'accordo. C'è quindi la nostra indisponibilità ad accogliere questa richiesta. Si può ragionare sui programmi per gli ultimi 18 mesi di slancio, ma basta ricatti. Sono ormai tre anni e mezzo che si va avanti a ricatti e siamo stufi, tutta la città è stufa, come comasco io sono stufo. Credo che Pastore come presidente del consiglio abbia pesanti responsabilità visto che definisce l'agenda dei lavori: è sempre colpa degli altri e mai sua». Poi ha sbottato: «Facciano quel che credono e quello che vogliono, ma lo facciano rapidamente. Se vogliono restare non ci sono questioni personali. Ma sui temi veri non hanno detto nulla, se vogliono far politica siamo qui, ma adesso basta. Sono tutti stufi». Il neocapogruppo Pdl Claudio Corengia, che oggi alle 18 incontrerà i consiglieri per definire la posizione del gruppo, ha detto chiaramente: «Si discute su tutto, ma solo a fronte di un loro voto contrario alla mozione». E che i sette sostengano Bruni è fuori discussione (hanno sempre detto che in caso di accoglimento delle loro richieste avrebbero potuto valutare l'astensione). Ieri è intervenuto anche il capogruppo di Alc Piercarlo Frigerio: «Il taglio degli assessori è un punto cardine e vincolante. Se non verrà accolto voteremo tutti e sette la sfiducia al sindaco». E il portavoce Emanuele Lionetti ha aggiunto: «Le nostre richieste erano una grande opportunità per il sindaco stesso e per la città: Se non vengono accolte ci rammarica, ma vorrà dire che il commissario avrà 500mila in più da utilizzare grazie al risparmio del costo della giunta, delle segretarie e dei dirigenti assunti a mandato del sindaco». Il voto compatto dei 7 consiglieri sommato ai 14 dell'opposizione (domani sarà assente Dario Valli) che diventeranno 15 giovedì è sufficiente a far cadere l'amministrazione. A far salire ancora il numero dei contestatori ci potrebbe essere Carlo Ghirri (gruppo misto): «In questo momento intendo votare la sfiducia. Ne sono convinto all'80%. Abbiamo toccato il fondo, e mi auguro che il prossimo esecutivo, dove io non ci sarò, sia all'altezza e faccia un salto di qualità». A questo punto due sono i possibili scenari: nessun accordo e il voto anticipato oppure la mediazione di Bruni con il taglio degli assessori. Una speranza il primo cittadino può averla nei confronti di astensioni e di eventuali assenze strategiche. Fuori dal Comune dalle 21 è annunciata una manifestazione di piazza promossa da Alessandro Rapinese.
Gisella Roncoroni

© RIPRODUZIONE RISERVATA