Sfiducia, la difesa di Bruni:
 "Non sono mago Merlino"

Como: il dibattito in comune sulla mozione contro il sindaco. Cartelli di protesta all'ingresso di palazzo Cernezzi: "Dimettiti". Lucini presenta il provvedimento: "Decadenza amministrativa". La difesa del primo cittadino: "Se ho accettato il pubblico ludibrio per settimane con scorrettezze, volgarità e menzogne, l'ho fatto perché andare a casa sarebbe una tragedia". Dalla strada le urla dei manifestanti. Seduta sospesa, poi ripresa con il dibattito. Giovedì il voto. Rapinese offende il sindaco che lascia l'aula con la maggioranza. Restano i "ribelli". Il voto giovedì

COMO - Si è svolta a palazzo Cernezzi la seduta in cui si discute della mozione di sfiducia contro il sindaco, Stefano Bruni, presentata dall'opposizione e sostenuta anche da alcuni esponenti fuoriusciti dal Pdl. All'ingresso del comune esponenti dell'Italia dei Valori e di Forza Nuova (in tutto una cinquantina di persone) hanno mostrato cartelli con la scritta: "dimettiti". Il capogruppo del Pd, Mario Lucini, ha presentato la mozione: "La città sta andando in rovina, umiliata dalla decadenza amministrativa e dai patetici pellegrinaggi a Milano" e ha chiesto le dimissioni. Vincenzo Sapere (Gruppo Misto) chiede al sindaco di intervenire. "Ci si accorge che c'è un sindaco dopo 3 anni e mezzo"." Abbiamo un mandto dalla città, ci sono le condizioni per poterlo attuare". "Non stato fatto nulla contro il programma. Non sono mago Merlino. Non lo sarà né il commissario né il futuro sindaco. Ci sono questioni che richiedono un quinquienno, lo stallo delle infrastrutture è legato all'indisponibilità economica. Se ho accettato il pubblico ludibrio per settimane con scorrettezze, volgarità e menzogne, l'ho fatto perché andare a casa sarebbe una tragedia. Le questioni difficili non sono le grandi opere ma un bilancio che sostenga la socialità: La Ticosa è inchiodata per la poca credibilità di questo consesso. Il lungolago è un cantiere che riguarda il futuro della città dei prossimi cinquant'anni e ci sono problemi più complessi di quelli che appaiono". Dalla strada i manifestanti radunati dal consigliere Alessandro Rapinese (Area 2010) urlano "A casa, a casa". E in consiglio vengono fatte chiudere le finestre. E' seguito il dibattito. Alle 22,15 la seduta è stata sospesa su richiesta del gruppo Autonomisti liberali per Como (i fuoriusciti dal Pdl). Dopo circa 30 minuti il dibattito è ripreso con gli interventi dei consiglieri. Rapinese ha offeso pesantemente il sindaco che ha lasciato l'aula assieme allla maggioranza. Restano i "ribelli". Il voto è previsto per la serata di giovedì 11.

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Eco di Bergamo La contestazione
Eco di Bergamo La serata in consiglio
Intervento Mario Lucini
La difesa di Bruni