Ca' d'Industria, tocca a Supino
Convocato dal pm per il poster

Il consigliere comunale di Rifondazione comunista oggi in Procura: «Scarano? Mai sentito sobillare alcuno». Ma l'ausiliario resta sospeso dal lavoro, con mezzo stipendio

COMO - Nuova convocazione in Procura per il caso Ca' d'Industria. Questa volta tocca a Donato Supino, consigliere comunale di Rifondazione comunista, invitato al sesto piano del palazzo di giustizia per la giornata odierna. La polizia locale gli ha notificato nella sede del partito, in via Lissi, l'invito a presentarsi. Supino ha accolto gli agenti mostrando loro il poster che a suo tempo suscitò tanto scalpore sia tra i membri del cda della Fondazione sia in Procura, quel «Se Rubens la Ca' d'Industria» la cui paternità era stata inizialmente attribuita a Davide Scarano, di professione ausiliario socio assistenziale, unico indagato nella lunga e articolata vicenda relativa all'esternalizzazione del servizio mensa. «Mi metto a disposizione dell'autorità giudiziaria, il cartello incriminato è qui in federazione», ha detto ieri Supino, che dello slogan si era già assunto la piena paternità, scagionando Scarano. Di Scarano, però, il consigliere comunale aveva già parlato la scorsa settimana. E oggi aggiunge: «Sono pronto a ribadire di non averlo mai sentito pronunciare le frasi che gli vengono attribuite, e posso dirlo a ragion veduta, poiché non c'è manifestazione o seduta di consiglio comunale dedicata al tema cui non abbia personalmente preso parte». L'indagine sul presunto sobillatore è in ogni caso completata: Scarano sarà a questo punto giudicato per diffamazione del presidente di Ca' d'Industria Domenico Pellegrino e per istigazione a delinquere. Nel corso di una protesta fuori dal Comune di Como avrebbe sobillato i colleghi proferendo frasi ingiuriose o minacciose, con riferimenti a bombe molotov, pistolettate e consimili. È stato quantomeno scagionato dall'accusa di diffamazione via internet, e via Facebook in particolare. Resta incomprensibilmente sospeso dal servizio, con mezzo stipendio.
Stefano Ferrari

© RIPRODUZIONE RISERVATA