COPIA DI Acquisti fantasma on line:
tre persone nei guai a Erba

I carabinieri hanno indagato una ragazza di Arosio e due uomini di Desio con l'accusa di truffa aggravata per alcuni "pacchi" tirati su internet

ERBA - Una truffa utilizzando il canale degli acquisti on line: è questa l'indagine che ha portato i carabinieri della caserma di Erba a indagare sull'attività di tre persone, sospettate di aver incassato ingenti cifre senza aver consegnato i telefonini ad acquirenti di tutta Italia.
Si tratterebbe del classico "pacco" tirato via internet che, però, alla fine ha messo nei guai una ragazza di 22 anni di Arosio, e due uomini di Desio, uno di 42 e l'altro di 28 anni, tutti incensurati e tutti indagati per truffa aggravata e continuata, ricettazione di documenti d'identità e sostituzione di persona. I tre, arrestati dai carabinieri, dopo l'interrogatorio del giudice per le indagini preliminari, sono stati scarcerati in quanto il giudice ha ritenuta trascorsa la flagranza e non necessaria la misura cautelare in carcere.
Secondo quanto ricostruito dai militari, che in questi giorni stanno ricevendo denunce da tutta Italia (siamo a quota 15) i tre avevano messo in piedi una tecnica raffinata e credibile per far cadere in trappola le loro vittime. Su tre siti di compra-vendita on line molto noti, Ebay, Subito.it e Kijiji.it, avevano piazzato una serie di prodotti, in particolare I-phone a prezzi stracciati: 350-400 euro al posto di 800 euro. A chi telefonava per avere spiegazioni riguardo a quel prezzo così concorrenziale, i tre spiegavano di essere titolari di un negozio di Livigino che era fallito e stavano piazzando la merce rimasta in magazzino.
Gli acquirenti, una volta convinti, effettuavano pagamenti su una carta prepagata o su una carta postepay che uno dei tre del gruppo, utilizzando una carta d'identità rubata di un ignaro signore di Muggiò (Monza), si era fatto intestare. Effettuato il bonifico, il gioco era fatto: il telefono I-phone non veniva sparito e le vittime continuavano a telefonare a un numero di cellulare per avere notizie riguardo il loro acquisto ma non ricevevano più risposte. Fra le vittime anche due giovani lecchesi che avevano acquistato otto I-phone per un valore totale di 2750 euro.

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