Tutti contro Bruni
Spali lui la neve

Le dichiarazioni del sindaco di Como fanno imbufalire la città: "Lui può permettersi di stare a casa quindici giorni, gli altri no. E i marciapiedi bagnati non sono solo un problema degli anziani"

COMO «Agli anziani con il bastone e mezzi ciechi che escono quando nevica bisognerebbe soltanto avere il coraggio di dire: oh nonno, ma stattene a casa al posto di andare in giro». E ancora spendere un milione e mezzo di euro all'anno per il piano neve è «uno spreco inverecondo, «la neve va lasciata dov'è, va schiacciata per camminarci sopra. Bisognerebbe dire alla gente di stare in casa per quei tre giorni...se c'è la neve sul marciapiede dopo due giorni, non mi sembra un problema. È una cosa che si scioglie…». Sono le parole testuali del sindaco Stefano Bruni che hanno letteralmente fatto infuriare la città, i commercianti, gli artigiani. Imbufaliti i consiglieri di minoranza, ma anche di Autonomia liberale per Como, perplessa la Lega. A far quadrato attorno al primo cittadino solo il Pdl. «Contesto la filosofia - tuona il presidente di Confcommercio Giansilvio Primavesi - e comunque poteva risparmiarsi di dire quello che ha detto. Se la temperatura si alza e c'è il sole la neve si scioglie, ma se fa freddo può stare anche 15 giorni. Poi, in sincerità, arriverà anche lui a 80 anni e gli verrà detto di stare a casa senza pane o l'aspirina. Di questo passo non raccogliamo le foglie perché ricadono o non tagliamo l'erba. Non fa una bella figura. Giusto guardare l'aspetto economico, ma si parta vedendo se questi soldi sono spesi bene». Giorgio Colombo (Apa): «I miei artigiani che svolgono attività di sevizio sono preoccupati non tanto per loro, ma per le manutenzioni. In questa città però si snatura il concetto della politica al servizio del cittadino facendo sempre più pendere dalla parte della ragione quelli che contestano. Se poi si scherza, non è il momento per farlo». Il fronte politico vede indignata l'opposizione. «Se lasciata sui marciapiedi, la neve ghiaccia e diventa pericolosa. Se il sindaco non la vuole rimuovere – dice il capogruppo del Pd Mario Lucini – appronti dei punti di distribuzione di ciaspole da dare ai cittadini». Sarcastico Alessandro Rapinese (Area 2010): «Tutto sommato non è poi così necessario neanche portare i rifiuti in discarica, in altre parti del mondo non hanno nemmeno le fogne. Chiudiamo anche gli ospedali, perché tanto si muore lo stesso e diamo più le pensioni così si risparmia. A questo punto mi chiedo a cosa servono i politici e l'amministrazione comunale». Pesantissimo Mario Molteni (Per Como): «Rimango allibito dal tono del sindaco perché gli anziani vanno rispettati. Poi inizi a spalare la neve, noi l'abbiamo fatto l'anno scorso. Sono contento che faccia anche il meteorologo gratis e ricordi che anche il lago rientra dopo l'esondazione quindi blocchi le paratie». Non applaude di certo la maggioranza. «Mi sembra una posizione esagerata - dice Guido Martinelli (Lega) - forse un po' provocatoria e spero volesse stimolare la città. Il contenuto non è condivisibile, si guardino i costi. In altre città nevica di più e spendono meno». Durissimo Piercarlo Frigerio: (Autonomia liberale): «Quello che ha detto è inaccettabile nei contenuti e nei modi. Il servizio va garantito. I costi vanno analizzati meglio perché acquistare il sale in estate direttamente dalle saline cosa la metà che all'ultimo. Non è solo un problema degli anziani, se i marciapiedi ghiacciano scivolano tutti. Non siamo nell'età della pietra la sicurezza va garantita. L'amministrazione ha 600km di strade e spende un milione e mezzo l'anno».
Difende Bruni Claudio Corengia (Pdl): «Credo volesse dire che si deve attivare per creare una struttura che non costringe gli anziani ad uscire quando nevica. C'è poi il problema dei costi e va trovato un sistema diverso per togliere la neve coinvolgendo cittadini e volontari. Il Comune sulle sue proprietà esclusive dia però il buon esempio».
E chi già negli anni scorsi si era tirato addosso le ire della città per il «vaffa» in consiglio comunale, cioé Fulvio Caradonna? «Non sta a me giudicare - ha detto - perché ne ho dette di peggio. Va detto che il problema dei costi c'è e serve anche l'aiuto della gente».
Gisella Roncoroni

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