Le paratie alla Corte dei conti
Si indaga per danno erariale

Dopo lo scandalo del muro sul lungolago, la magistratura contabile apre formalmente un'inchiesta sulla maxi opera. Destano sospetto i costi lievitati in pochi anni

COMO - <+G_SQUARE><+G_TONDO>La procura presso la corte dei Conti ha formalmente aperto un'inchiesta per danno erariale per il pasticcio del muro e, in generale, per l'intero progetto del Mose lariano. La magistratura contabile, a poco più di un mese dall'invio, da parte del pubblico ministero Simone Pizzotti, di un esposto sul progetto paratie, ha deciso di approfondire gli appunti che i consulenti della procura della Repubblica di Como hanno mosso nei confronti della maxi opera. Appunti che toccano molteplici aspetti di quella che, alla vigilia del cantiere, avrebbe dovuto rappresentare l'opera pubblica fiore all'occhiello dell'attuale amministrazione, ma che in realtà si è trasformata in un'inestricabile matassa di guai non solo per Palazzo Cernezzi, ma anche per la Regione Lombardia e lo Stato, che attraverso - soprattutto - i fondi della Legge Valtellina finanziano gran parte della realizzazione del sistema antiesondazione.
Una storia che rischia di trasformarsi in una telenovela all'italiana, con tempi interminabili e costi a lievitazione spontanea. E proprio l'esborso di denaro pubblico previsto per il completamento delle paratie, unito alla verifica dell'effettivo corretto utilizzo dei fondi erogati dalla Legge Valtellina, è uno dei capitoli su cui la corte dei Conti sta indagando.
La cronistoria della maxi opera parla da sola. Nel 1995 il progetto di massima per un'opera a protezione del lungolago parlava di costi per la sua realizzazione pari a 8 milioni di euro. Nel 2003 il progetto esecutivo, in vista della gara d'appalto, era già lievitato a 15 milioni 763mila euro, praticamente il doppio. Nel gennaio 2006 la Sacaim si aggiudicò l'appalto con un compenso previsto di 11 milioni 130mila e 150 euro. Quattro anni più tardi la cifra prevista per il compimento delle paratie è lievitata a 19.063.310,39 euro, a cui va aggiunto un ulteriore balzello (si parla di 3 o 4 milioni) per una perizia di variante tuttora allo studio di Comune e Regione e legata a questioni idrauliche e statiche.
A far balzare l'esborso di denaro pubblico, portandolo sulla soglia dei venti milioni di euro (soglia che, si prevede, sarà presto superata di slancio) sono stati, tra l'altro: la perizia di variante da un 1 milione di euro dell'ottobre 2008, quella che inserì nel progetto anche la realizzazione del muro oscura-lago; un'ulteriore perizia di variante del 2010 da 3,2 milioni di euro, approvata per porre rimedio al pasticcio del muro, per la realizzazione delle paratie mobili a posa manuale e per un errore sulla previsione dell'Iva da sborsare. Si aggiungano poi le cifre per il concorso di idee (la Regione aveva preventivato un costo di mezzo milione di euro) per la realizzazione degli arredi della nuova passeggiata sul lungolago, di fatto del tutto inutile in seguito alla clamorosa bocciatura del progetto vincitore da parte della Soprintendenza.
Ma la materia su cui la procura presso la corte dei Conti è chiamata a pronunciarsi è decisamente più vasta e tocca pure un'analisi sulla corretta destinazione dei Fondi Valtellina: la realizzazione delle paratie antiesondazione può essere considerata un'opera finanziabile con quel denaro, stanziato a seguito della disastrosa alluvione 1987? La magistratura contabile ha deciso di vederci chiaro.
Paolo Moretti

© RIPRODUZIONE RISERVATA