Buche, a Chiasso ridono di Como
ma investono cinque volte tanto

Oltreconfine strade quasi perfette. E le cantonali durano in media ben venticinque anni. Il segreto? Budget elevati per la manutenzione ordinaria e rattoppi a regola d'arte

CHIASSO - «Se arriva in fondo a questa via e poi gira a destra, forse ne può trovare un paio, in fondo alla stradina». La signora Graziella ce la metta tutta pur di ricordasi dove aveva visto quelle due buche sull'asfalto. Vuol proprio dimostrare che, anche in Ticino, la manutenzione non è sempre perfetta. E allora seguiamo il suo consiglio. Di buche, però, non ne troviamo nemmeno una. Semmai, un leggero avvallamento, il manto grigio che si sgretola un po'. Una situazione che, a Como, passerebbe del tutto inosservata. A Chiasso, invece, fa notizia. Al di là del confine, d'altra parte, andare a caccia di buche equivale a cercare il proverbiale ago nel pagliaio. Vale per Chiasso, Pizzamiglio, Vacallo, Mendrisio, per la strada cantonale che porta a Lugano come per le arterie meno trafficate. Alla fine del tour, ieri mattina, i tratti dissestati o con qualche buca si contavano sulle dita di una mano.
«Tutta un'altra musica rispetto a Como e dintorni - commenta Raffaele Bizzarri, al Roky Bar in centro a Chiasso - Le manutenzione delle strade è fatta molto meglio, per non parlare del verde. Non c'è assolutamente paragone, vivo qui da tempo e certe voragini che avete in Italia, non le ho davvero mai viste a Chiasso». Irene Vinci è italiana ma risiede in Svizzera: «Oltre il confine c'è più cura per tutto, più senso civico e più attenzione anche da parte di chi amministra la cosa pubblica - spiega seduta a un tavolino fuori dal locale - Sicuramente qui si investe di più ma si lavora anche meglio, basta fare pochi metri dopo la dogana per notare una differenza eclatante. In fondo vuol dire che, se c'è la volontà, le cose si possono fare a regola d'arte. In Italia è un disastro…». Tra una moto da riparare e l'altra, Mirko Stella commenta dalla sua officina di corso San Gottardo: «Alcuni clienti hanno avuto danni alla motocicletta per colpa delle buche in Italia, qui invece la situazione è nettamente migliore. Al massimo ricordo qualche lamentela perché, quando nei giorni scorsi ha nevicato, i marciapiedi non sono stati puliti subito. Ma le condizioni delle strade mi sembrano del tutto diverse rispetto alle vostre, dove ci sono vere e proprie voragini. Tra l'altro sono un pericolo per gli automobilisti e ancora di più per i motociclisti, che rischiano di cadere e farsi male». Simonetta Dotto quasi si stupisce della domanda sulle buche: «Va sicuramente meglio rispetto all'Italia, le strade vengono rifatte spesso e bene, probabilmente per questo si deteriorano meno - racconta fuori dal supermercato Migros di via Luini - Sono davvero poche le buche o le situazioni non perfette». Graziella Bernasconi condivide in pieno: «Non possiamo proprio lamentarci, al limite c'è qualche critica perché i cantieri sono persino troppi, ad esempio sull'autostrada ora stanno lavorando per rifare il guard rail. Ma di buche - sottolinea - ne abbiamo pochissime». I problemi maggiori, ironia della sorte, si registrano proprio pochissimi metri prima della dogana di Chiasso: lì qualche buca non molto profonda la avvistiamo, ma non è nemmeno lontanamente paragonabile alle voragini che si sono aperte nei giorni scorsi sulle strade lariane. La maggior parte degli asfalti, nei principali centri ticinesi, è in ottime condizioni. E persino i (rari) rappezzi sembrano fatti decisamente meglio.
I dati sulle risorse investite per la cura delle strade parlano chiaro: ogni anno in Ticino per gli interventi di manutenzione e asfaltatura delle sole strade cantonali (circa mille chilometri) vengono spesi 30 milioni di franchi (24 milioni di euro), come spiegano al dipartimento Territorio. Per ogni chilometro, quindi, il budget a disposizione è cinque volte più alto rispetto a quello della Provincia di Como. E i risultati si vedono. La pavimentazione di una strada cantonale (l'equivalente di una nostra provinciale) dura, in media, 25 anni. Di buche, in molti casi, nemmeno l'ombra.
Michele Sada

© RIPRODUZIONE RISERVATA