Teatro, appello contro i tagli
Il videoreportage dal Sociale

Una lettera al ministro Sandro Bondi e al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per chiedere che lo Stato non privi del suo sostegno i teatri di tradizione. L'ha scritta Barbara Minghetti, presidente di Aslico e del teatro Sociale di Como

COMO - Una lettera al ministro Sandro Bondi e al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per chiedere che lo Stato non privi del suo sostegno i teatri di tradizione. L'ha scritta Barbara Minghetti, presidente di Aslico e del teatro Sociale di Como, insieme a Carlo Belli, presidente del teatro Lirico di Spoleto. La lettera, un appello a tutti gli effetti, è firmata anche dai due sindaci Stefano Bruni e Daniele Benedetti, e riguarda il cosiddetto «Fus», il Fondo unico per lo spettacolo, lo strumento attraverso il quale lo Stato ha finanziato e sostenuto, nell'ultimo quarto di secolo, l'attività lirica e concertistica dei teatri italiani.
Il rischio è quello che, nel volgere breve di un anno, il 2011, vadano per sempre vanificati gli sforzi di quanti, da un decennio a questa parte, hanno lavorato per trasformare il Sociale nell'efficientissimo laboratorio di cultura e spettacolo che esso rappresenta oggi per tutti, per la città ma anche per la rete di palcoscenici alimentati dalle sue opere e dalle sue produzioni: «Rischiamo di perdere circa il 40% dei finanziamenti che abbiamo avuto lo scorso anno - spiega Barbara Minghetti -. Ci taglieranno circa 350mila euro, ma il conto potrebbe rivelarsi ben più salato. Il Sociale vende le sue produzioni, ed è evidente che nel caso in cui i teatri che le acquistano tagliassero i progetti per mancanza di risorse, le conseguenze finirebbero per ripercuotersi anche sul nostro bilancio». Oggi il Teatro Sociale dà lavoro a circa trenta persone fisse, che possono diventare oltre un centinaio quando si tratti di mettere in scena un'opera, come sta succedendo in questi giorni con il Flauto Magico, al debutto venerdì sera; in questo caso, ai tecnici comaschi si affiancano per esempio quelli del teatro Ponchielli di Cremona, che coproduce l'opera mozartiana.
«Non siamo contrari alla necessità di contenere le spese - prosegue la Minghetti - Ma vorremmo che, anziché tagliare indiscriminatamente, il ministero venisse a vedere quello che facciamo, a valutare i nostri progetti. Ibiglietti, il cosiddetto "sbigliettamento", non ripagano mai le spese dello spettacolo. Senz'altro non nel caso della lirica o delle opere sinfoniche, quasi mai nella prosa, mai con la musica pop. Nési deve credere che attori e cantanti guadagnino molto: ormai i cachet sono calmierati, per tutti». Le maggiori preoccupazioni riguardano, in particolare, la sostenibilità del concorso che Aslico riserva, da anni e ogni anno, ai giovani cantanti lirici, consentendo loro non solo di formarsi ma anche, e soprattutto, di debuttare. Con quello di Spoleto, il concorso Aslico, è considerato dagli operatori del settore musicale tra i più qualificati a livello internazionale. 
Si può vivere senza teatro?«Nella mia vita ho viaggiato moltissimo - dice Giovanna Lomazzi, che di Aslico è vicepresidente - Ho conosciuto angoli di paesi in cui non esisteva nulla se non miseria, come in certe regioni della Russia di trent'anni fa. Non un locale, non un ristorante, non un ritrovo, eppure, appena spuntavano due soldi, la gente li investiva nel teatro, perchéla vita era lì, e non altrove, era dove i bimbi danzavano, i padri suonavano, le madri ascoltavano... Il nostro palcoscenico funziona oggi 365 giorni all'anno, e il rapporto con la città è sempre più stretto. No, sono certa che senza questo teatro la comunità non vivrebbe allo stesso modo». 
Ecco allora le richieste riportate nella lettera appello al ministro: riuscire a mantenere l'entità dei contributi assegnati nel 2010 anche per l'anno 2011, per i concorsi e i corsi di canto; non operare nessun taglio ai contributi per le attività liriche; assegnare il patrocinio permanente sino a revoca del Ministero per i Beni e le Attività Culturali alle due attività, cioéTeatro Sociale e Teatro Lirico di Spoleto; studiare la possibilità di concedere una sorta di lettera di patronage che riconosca la particolare valenza artistica dei due organismi. La lettera potrebbe essere particolarmente utile nell'ipotesi (peraltro concretissima) che prima o poi Teatro Sociale e Aslico si rivolgano alla città e alla provincia per ottenere un sostegno economico diretto da parte di enti e istituzioni private, ultima strada percorribile nell'ipotesi in cui il ministero non riveda i tagli al «Fus». Tra due anni il Sociale di Como festeggerà il bicentenario della sua fondazione. L'auspicio è che riesca ad arrivarci nelle stesse scintillanti condizioni di oggi.
Stefano Ferrari

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