Il saldi by night fanno flop
tra freddo pioggia e polemiche

Como: la grande notte delle svendite, prganizzata in fretta e furia dal Comune e dai Commercianti ha finito per raccogliere poche adesioni all'inizio e perderne per strada altre. Scarsa la presenza di potenziali acquirenti nelle vie della Città murata tra freddo e pioggia

COMO La grande notte dei saldi è stata come un millepiedi che ha perso le zampette per strada. Organizzata in fretta e furia dal Comune e dai Commercianti ha finito per raccogliere poche adesioni all'inizio e perderne per strada altre. Trenta «sì» di partenza, venti i «forse». Non sono certo i numeri dei grandi successi. Confermati dalla scarsa presenza di potenziali acquirenti venerdì sera nelle vie della Città murata tra freddo e pioggia. In più sono arrivate anche le polemiche.
Fabio Peloia, 23 anni, titolare di Concept 1, unico concept store della città, dice che non ha ricevuto alcuna comunicazione: «Né io ne altri colleghi che come me hanno il negozio in via Rusconi. Se l'avessi saputo prima mi sarei organizzato e avrei anche organizzato qualcosa. Non mi tiro mai indietro. Anzi. Ho partecipato alle aperture serali, organizzato aperitivi di beneficenza, partecipato alle luminarie di Natale anche se ho il negozio più piccolo di tutta Como e nella nostra via avevamo aderito solo in 5 su 11. Io credo che non basti dire che la città è morta bisogna fare qualcosa per cambiarla. Però se non ci coinvolgono nelle iniziative non possono contare sulla nostra partecipazione. Peloia spiega: «Come molteplici altre attività della città murata, non ho ricevuto  qualsivoglia comunicazione, tramite nessun canale (sms, email, fax, telefono), che mi informasse dell'iniziativa.
«Io ho dato mandato di avvisare tutti - sbotta l'assessore al Commercio Etta Sosio - Non so cosa possa essere successo, magari a causa del supertraffico delle feste si sono persi sms per strada. Però non è possibile, i giornali ne hanno parlato in largo e lungo, abbiamo pubblicizzato la notte dei saldi sui cartelli variabili, chi vuole aderire, aderisca anche se non ha ricevuto l'invito».
Ma Peloia non è il solo a lamentarsi. Marco Cassina di Peter C. lamenta una scarsa collaborazione tra Comune e Commercianti che in effetti si ripropone a ogni tappa. C'è stata polemica per le luminarie, per le aperture serali e anche per l'imminente divieto di entrare in centro con i mezzi pubblici «deciso senza consultare la nostra categoria». Cassina aveva pensato di tenere aperto ieri sera (ma non compariva nell'elenco ufficiale fornito dal Comune e visibile sul sito www. shopincomo. it) ma alla luce di quanto poi successo, ha deciso di fare marcia indietro. Nel frattempo il commerciante rilancia una questione ancora più sentita in una città come Como che vuole essere turistica. «Sarebbe meglio lasciare aperto i negozi nella pausa pranzo o almeno non chiuderli per più di due ore». «Cambiano i tempi, cambiano le abitudini, ma gli orari di apertura dei negozi di Como sono gli stessi da almeno vent'anni», conclude Cassina. Tale e quale ai problemi di comunicazione tra commercianti e Comune.

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