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Venerdì 14 Gennaio 2011
Arrighi al funerale della madre
Dolore e tensione al cimitero
Il cellulare della polizia penitenziaria parcheggiato al cimitero monumentale di Como. Agenti in divisa mescolati ad alcune decine di persone. Non è passato certo inosservato, ieri mattina, il rito funebre per la morte di Orietta Benzoni, mamma di Alberto Arrighi
Una mattinata non senza qualche tensione, per la presenza di alcuni curiosi che hanno inevitabilmente fatto reagire i familiari della signora Orietta. La vedova Arrighi è morta alla Ca' d'Industria, dov'era ricoverata da tempo. I figli Alessandra, Silvia, Mario, Massimo e - appunto - Alberto si sono ritrovati poco dopo le dieci di ieri mattina, al cimitero monumentale. L'ex armaiolo reoconfesso dell'orrendo delitto di Giacomo Brambilla è giunto accompagnato dagli agenti della polizia penitenziaria, che all'arrivo lo hanno protetto dalla curiosità dei presenti. Quindi è entrato all'interno della cappella del cimitero, dove ne è uscito un'ora più tardi per far rientro nel carcere del Bassone.
Alberto Arrighi tornerà in convalle il 4 febbraio prossimo, quando è fissato il secondo appuntamento per l'udienza preliminare a suo carico. Una data che potrebbe anche coincidere con la possibile sentenza di condanna dell'armiere che, agli inizi di febbraio dello scorso anno, ha impugnato una pistola per il tiro a segno e, all'interno della sua armeria di via Garibaldi, ha sparato due colpi alla nuca di Giacomo Brambilla, finito con un terzo sparo esploso con la pistola della stessa vittima. L'avvocato di Arrighi, Ivan Colciago, ha già fatto richiesta del rito abbreviato, che consentirà all'imputato di usufruire di uno sconto di un terzo della pena finale. Il problema è legato alla contestazione dell'aggravante della premeditazione, che potrebbe alzare la condanna finale fino a trent'anni e, in linea puramente teorica, addirittura al carcere a vita. La difesa insiste nel sostenere, al contrario della contestazione del pm Antonio Nalesso, che il delitto non è stato premeditato.
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