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Venerdì 21 Gennaio 2011
Fondi per la villa lariana
Dell'Utri nel mirino
Nel Credito Cooperativo Fiorentino, la banca di cui era presidente il coordinatore PdL Denis Verdini, spuntano conti intestati al senatore.E nelle manovre finanziarie, sempre secondo la ricostruzione del settimanale, rientrerebbe presumibilmente anche la villa di Torno
I tre ora, secondo il settimanale, rischiano un nuovo procedimento penale: per la legge antiriciclaggio infatti - si legge nell'articolo - operazioni del genere vanno segnalate mentre nella banca di Verdini tutto è stato tenuto segreto.
Fino a quando la Banca d'Italia ha commissariato il Credito Fiorentino e dalle casse «è emerso il dono di Berlusconi, il salvagente lanciato al suo braccio destro sin dai tempi di Milano Due. Un bonifico rimasto nell'ombra e così il 30 settembre i responsabili dell'amministrazione straordinaria hanno fatto partire la segnalazione sulla violazione delle norme antiriciclaggio, attivando gli 007 di Bankitalia e gli investigatori dei carabinieri del Ros coordinati dalle procure di Firenze e Roma». Nell'istituto di Campi Bisenzio, prosegue «L'Espresso», Dell'Utri «è titolare di due conti correnti: il primo con un fido da due milioni e 800 mila euro, e il secondo per l'accensione di un mutuo da un paio di milioni di euro. Somma che è servita per ristrutturare una casa in provincia di Como. Entrambi sono in rosso. E su questi scrigni nei mesi scorsi si è accesa l'attenzione degli ispettori della Banca d'Italia. Fino a scoprire il bonifico che potrebbe portare all'ipotesi di riciclaggio». E spiega il settimanale: «Descrizione dell'operazione: Marcello Dell'Utri riceve euro 1,5 milioni da Berlusconi Silvio, tramite intermediario Monte dei Paschi di Siena. Si precisa che la posizione del cliente al momento della disposizione presentava un saldo negativo pari a euro tre milioni 150.134 (affidamento 2,8 milioni). Il bonifico ricevuto serviva a riassorbire l'esposizione. L'operazione avviata da Berlusconi in favore di Dell'Utri risale al 22 maggio 2008».
Ma ieri un'altra tegola si è abbattuta sul senatore del PdL. Nel periodo tra il '93 e il '94 il pentito Salvatore Grigoli avrebbe saputo dal boss Nino Mangano «che i Graviano avevano in mano un personaggio. All'epoca quel nome non mi diceva nulla, ma oggi mi dice qualcosa: Dell'Utri». Grigoli ieri ha deposto nell'aula bunker del tribunale di Firenze al processo sulle stragi del '93 dove è unico imputato, il boss Francesco Tagliavia.
Grigoli ha parlato di Dell'Utri rispondendo a domande del pm Salvatore Nicolosi sui rapporti tra famiglie mafiose di Palermo e politica in quel periodo. Il pentito ha parlato anche di una seconda occasione in cui tra i mafiosi del mandamento di Brancaccio emerse il nome di Marcello Dell'Utri.
«Mi ricordo che all'epoca - ha affermato Grigoli rispondendo alle domande del pm - si parlava tra di noi di un ragazzino che giocava bene a calcio, tale D'Agostino (oggi calciatore della Fiorentina, ndr). Venne a sapere che i Graviano si interessarono per farlo giocare nel Milan, e fu in quest'altra occasione che venne fuori il nome di Dell'Utri». Ieri anche il pentito Tullio Cannella ha parlato del senatore del PdL. «Mentre mi stavo occupando del partito "Sicilia Libera" - ha detto Cannella - mi fu detto di lasciar perdere e di accantonare per il momento questo progetto perchè in Forza Italia ci sono amici da appoggiare. Anche i Graviano, mi fu detto, appoggiano politici loro amici. E, secondo quanto sapevo, Dell'Utri, avendo avuto i Graviano rapporti pregressi di conoscenza con lui avevano modo di candidare loro amici a Palermo nelle liste di Forza Italia dove al partito c'era Micciché, il nome che ricordo era Micciché».
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