Angiola Tremonti si difende:
serve coerenza, non Disney

Il consigliere comunale nella bufera per le dichiarazioni sulla soppressione dei randagi non cambia ovviamente idea, ma chiarisce meglio il suo pensiero

CANTU' «Io, uccidere i cani? Ma non ucciderei mai neanche un ragno, che ha pari dignità. La mia è stata una presa di posizione nei confronti dell'Amministrazione comunale di Cantù che da ben tre settimane aveva in mano una mia richiesta relativa al bilancio, alla gestione economica, alla storicità e all'esistenza di un canile comunale».
Nel giorno della bufera Angiola Tremonti interviene nuovamente sull'argomento e ribadisce quanto già affermato, contestualizzando meglio il suo pensiero. «Il tutto nasce dalle mie richieste di informazioni e discorso dei cani è esattamente in questi termini - afferma -  io faccio delle riflessioni razionali per cui gli animali hanno tutti pari dignità, la formica come l'elefante, le galline, i conigli. E dal momento che un animale ha un proprietario acquista la sua dignità. Può sembrare strano ma la dignità dell'animale è legata al fatto che ci sia qualcuno che se ne prende cura. Per esempio: con la derattizzazione si uccidono un sacco di topi e nessuno ha nulla da ridire. E il randagismo? Qualcuno avrà da guadagnare nel mantenerlo - aggiunge Tremonti -. Il randagismo crea e cambia l'equilibrio degli animali selvatici che noi invece vogliamo proteggere. Allora, cerchiamo di non confondere la visione degli animali che ci è stata progettata da Walt Disney, cerchiamo di mettere i piedi per terra e valutare la situazione. Ci vuole coerenza - conclude il consigliere - Non possiamo uccidere tranquillamente i polli da mangiare e scandalizzarci per i randagi da sopprimere che portano malattie. Non è mio compito comunque prendere delle decisioni».

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