Cantù: dopo oltre 30 anni
si alza il sipario a San Teodoro

CANTU' Una prima non basta. Ce ne saranno quaranta, da qui a giugno, ognuna accolta con la stessa emozione, tutte a cura di associazioni culturali canturine. D'altronde, il sipario del teatro comunale San Teodoro, è rimasto chiuso per oltre trent'anni. E la voglia di recuperare quel tempo perduto non manca. Le porte dell'ex sala delle Acli di via Corbetta le avevano serrate definitivamente i vigili del fuoco nel 1976, quando ne dichiararono l'inagibilità. Ieri, mercoledì, in occasione della festa patronale di Santa Apollonia, sono tornate ad aprirsi e ad accogliere i canturini. E i tanti accorsi, si sono portati dietro i propri ricordi: qui viveva un parente, qui vidi esibirsi un amico, qui si veniva al cinematografo. «Non si tratta di un'inaugurazione vera e propria - ha sottolineato il sindaco Tiziana Sala - per quella ci sarà tempo, e allora ringrazieremo tutti quelli che ci hanno aiutato. Questa giornata è più importante di un'inaugurazione, è un giorno dedicato alla memoria». Memoria di una pagina che tanti canturini ricordano bene, nonostante l'abbandono e il degrado abbiano rischiato di cancellarla per sempre. Per il taglio del nastro ufficiale l'appuntamento è rimandato a domenica 20 alle 16. Il teatro comunale San Teodoro, una bomboniera da 200 posti tutta rossa e grigia, ieri si è presentata alla città in gran spolvero. In prima fila gli amministratori comunali, il prefetto Michele Tortora e il prevosto monsignor Giuseppe Longhi, a gremire il resto delle poltrone scarlatte tanti volti delle associazioni culturali chiamate a dare il proprio contributo per la futura programmazione. A partire appunto dal calendario di questa lunga inaugurazione, da qui al 4 giugno, che proporrà una quarantina di spettacoli tutti rigorosamente a cura di formazioni cittadine, prezzo bloccato 5 euro per ogni biglietto. L'occasione, questa, illustrare il progetto di restauro che ha interessato il teatro, curato da Cristina Broggi, Vittorio Beretta e Roberto Bergna. Progetto che ha richiesto 4 anni di lavori e 2 milioni e 200 mila euro di spesa - compreso l'acquisto dell'immobile, avvenuto bel 2001 - e che si è rivelato tutt'altro che semplice. Per crederci basta guardare le immagini che vengono proiettate durante la presentazione: il San Teodoro era praticamente in rovina. Aperto nel 1921 come teatro dell'oratorio, all'inizio fu espressione della sezione femminile dello stesso. Tra la fine della guerra e l'inizio degli anni Sessanta le stagioni di prosa divennero un appuntamento irrinunciabile per i canturini. Si fecero però meno frequenti tra il 1960 il 1967, finché non scadde la licenza per lo svolgimento degli spettacoli, rinnovata nel 1969 come cinema dell'oratorio. Da lì, ha preso il via la discesa verso il degrado. Che ora è stata percorsa in senso inverso. Tra quanti ieri hanno varcato il cancello affacciato su via Corbetta molti si ricordavano ancora quando andò in scena l'”Arlecchino servo di due padroni” con Ferruccio Soleri per la regia di Giorgio Strehler, o l'ultima rappresentazione, Cappuccetto rosso a cura della compagnia San Genesio. Passato rievocato dalle locandine d'epoca affisse nel foyer nuovo di zecca. Ma adesso si pensa al futuro. «Oggi comprendiamo l'emozione di chi lavora a lungo dietro le quinte e poi assapora l'emozione di uscire sul palco – ha commentato il sindaco Tiziana Sala – Noi abbiamo curato un albero che era molto malato, e che ora si è radicato nella terra di Cantù». Impresa non facile, «ma in cui abbiamo creduto con fermezza – ha sottolineato l'assessore ai lavori pubblici Umberto Cappelleti – e ora non servono molte parole, basta lasciare parlare ciò che gli occhi possono vedere». Adesso che è ripartito si pensa a fare in modo che il San Teodoro non si fermi più «e ricordiamoci che le polemiche passano – l'appunto di Pasquale di Stefano, presidente della Pro Cantù e vice del comitato promotore – Chi ama il teatro passerà di qui e parteciperà al cartellone unico che proporremo». Primo spettacolo, ieri, la performance storico-teatrale  “C'era una volta la via delle torri”, a cura del gruppo Jubilantes Peregrinae de Canturio. Inoltre Ambra Garancini di Jubilantes ha consegnato a Tiziana Sala il premio Italia Medievale, istituito dall'omonima associazione culturale, assegnato al Comune per il progetto Cammino di San Pietro.

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Eco di Bergamo Cantù: riecco il teatro