Tra le macerie di via Scalabrini
Sembra di essere a Kabul

Muri che si sbriciolano, acqua che ristagna, marciapiedi invasi da detriti. Un lettore: "Arrivo a quello che una volta era l'ingresso degli uffici della Rasa e vedo tanta immondizia da stentare a credere che siamo una delle Nazioni del G7"

COMO - È capitato, in passato, tutti lo ricordano, che un nostro lettore scoprisse un muro che nascondeva il lago. Ebbene, un altro nostro lettore, che ringraziamo, ha scoperto un lago... nascosto da un muro. Giovanni Mascitti si è imbattuto in questo specchio d'acqua, ignoto a tutti, passeggiando per l'accidentatissimo ultimo tratto di via Scalabrini. Che il marciapiede sia invaso da detriti è ben indicato da un segnale della serie «evidenzio il problema se non posso risolverlo».

«Con un cartello stradale le auto sono avvisate del percorso accidentato già alla rotonda - ci scrive Mascitti - e io vado sereno, sentendomi escluso da tali obblighi. Che cosa volete che sia fare quattro passi su un marciapiede? Non faccio tanti passi che devo ricredermi di quanto pensavo: i muri a ridosso dell'ex Consorzio agrario, che dovevano essere una delimitazione di cantiere del gruppo di palazzi che dovranno essere costruiti, sono in uno stato di disfacimento tale da lasciar cadere calcinacci e il marciapiede è diventato sede naturale di detriti». Andiamo a verificare, non perché non credessimo nella buona fede di chi ci scrive ma per rafforzare questa testimonianza: è più che vero. Il muro si è sbriciolato tanto che basta nulla a staccarne un altro pezzo e, a giudicare dallo stato di degrado, c'è chi lo fa costantemente, lasciandosi alle spalle una massa di calcinacci. «Con difficoltà proseguo quando da alcune finestre vedo uno specchio d'acqua. Sì, è un vero acquitrino maleodorante».

Una scena di assoluta desolazione: l'acqua stagnante è putrida e anche se siamo in pieno inverno l'odore si fa sentire. Chissà d'estate. Ci risponde ancora Mascitti: «Quella passata è risultata, per la zona, fra le più puzzolenti. Un eccellente allevamento di zanzare senza che qualcuno abbia pensato a bonificare o disinfettare». Ma cosa è successo? Secondo il nostro lettore «L'impresa che ha eseguito la demolizione, è andata a scoperchiare una roggia e da allora i reflui di un non definito tipo di scarico, si accumulano lì. Fino alla demolizione il problema non c'era», dopo, a quanto pare, è subentrato un blocco alla circolazione a livello della strada. E non è finita: «Al finto lago e ai detriti si sommano le cartacce e i copriruota. C'è una spiegazione a tutto questo. Anni fa è stata realizzata una nuova rete fognaria che va da via Vandelli all'Enerxenia» ma la strada non è stata sistemata a regola d'arte «presumibilmente per mancanza di fondi».

Così oltre ai sobbalzi per le automobili ci sono anche quelli dei camion di immondizia che marciano diretti all'inceneritore perdendo, tra i sobbalzi, parti leggere del carico, che restano lì. «Stancamente - conclude - arrivo a quello che una volta era l'ingresso degli uffici della Rasa e vedo tanta immondizia da stentare a credere che siamo una delle Nazioni del G7. Proseguo e vedo un parcheggio comunale circondato da ruderi su cui giace ondulato Eternit degradato. Ma dove viviamo? A Kabul?». Non proprio ma a guardarsi attorno sembra una zona smilitarizzata ma siccome è abbastanza nascosta la sua risistemazione, evidentemente, non sembra una priorità.

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Eco di Bergamo Scalabrini, che abbandono