Radioattività, controlli

anche nel Comasco

Il mondo con il fiato sospeso per le emissioni radioattive dalle centrali nucleari del Giappone; Arpa Lombardia concentrata sulla misurazione della radioattività ambientale e degli alimenti. Mercoledì 23 marzo masse di venti, dopo aver fatto il giro del mondo, potrebbero portare radionuclidi alle nostre latitudini, sopra a Como.

COMO Il mondo con il fiato sospeso per le emissioni radioattive dalle centrali nucleari del Giappone; Arpa Lombardia concentrata sulla misurazione della radioattività ambientale e degli alimenti. Finora, nessuna anomalia e stando alle previsioni del servizio meteo, in costante contatto con i fisici di Arpa, si potrebbero registrare alterazioni la settimana prossima, mercoledì 23 marzo, in particolare, quando masse di venti, dopo aver fatto il giro del mondo, potrebbero portare radionuclidi alle nostre latitudini. Ma tutto dipende dagli eventi che si verificano in Giappone, in atmosfera e dalle precipitazioni: già l'esperienza di Cernobyl, tra aprile e maggio di 25 anni fa, ha insegnato che le zone a più intensa piovosità sono quelle che subiscono maggiormente la ricaduta di radiazioni. Già di routine Arpa controlla la radioattività ambientale e degli alimenti, 1300 - 1400 campionamenti ogni anno: è un'attività ordinaria, all'interno delle disposizioni nazionali ed europee, in quanto esiste la radioattività naturale che potrebbe essere incrementata dagli imprevisti, come incidenti in una delle molteplici centrali nucleari europee, neppure tanto lontane da noi. Basta pensare a quelle svizzere o francesi. Ma c'è pur sempre il rischio terrorismo.
L'ultima volta che si registrò un mini picco di radioattività, superiore agli 1 - 2 millibar all'anno ordinari in Lombardia, fu nel 1998, in seguito ad una fusione nucleare nella fonderia spagnola di Algeciras. Non scattò nessun allarme, poiché si trattò di un fenomeno transitorio e contenuto. Adesso, le variabili sono tante, ma conta rilevare che Arpa Lombardia è dotata di una delle più avanzate strumentazioni d'Europa per il controllo dell'aria e di tutto ciò che nell'aria è contenuto. Si tratta di apparecchiature ad alta sensibilità e in questi giorni, per evitare ogni disguido in caso d'allerta, il corretto funzionamento è stato sottoposto a verifica supplementare. Proprio a fine anno, una determina della direzione regionale dell'assessorato Ambiente, Reti ed Energia ha riconosciuto la «rete regionale di sorveglianza della radioattività ambientale dell'Arpa», che opera dal 1988. L'Agenzia regionale gestisce in autonomia il piano di monitoraggio ambientale ed è già più avanti rispetto alle raccomandazioni europee del 2.000, secondo quanto afferma la stessa determina, mentre per il piano di controllo della radioattività degli alimenti la Direzione generale Sanità della Regione Lombardia fornisce indicazioni alle Asl, le quali effettuano prelievi su campioni alimentari, latte e derivati, prodotti ortofrutticoli, pesci, cereali, foraggio e le consegnano ad Arpa per le misurazioni spettrometriche.
Ma di che cosa si parla, quando si parla di radioattività? Di isotopi, particelle in termini volgari, di cesio, uranio, plutonio, trizio, berillo, carbonio, sodio e radon, secondo un elenco contenuto in un rapporto dell'Agenzia nazionale per l'ambiente risalente agli anni scorsi e che sottolineava la sistematicità delle misurazioni. D'ora in avanti, si accentua.
Maria Castelli

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