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Venerdì 18 Marzo 2011
Da Giunta e Consiglio di Capiago
"no" ai profughi nell'ex caserma
Il sindaco Frigerio apre però alla solidarietà: "Disposti ad accogliere un massimo di 5 profughi nelle case del Comune" - La Lega replica: "Non vogliamo neanche quelli"
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«La partita si gioca sulla nostra pelle», la frase dell'assessore all'urbanistica Emanuele Cappelletti. La paura, nell'esecutivo della lista civica «Progetto», è di essere comunque – in un certo senso – all'indice. Se il prefetto di Como ha indicato l'ex caserma di via del Carroccio, a Intimiano, come possibile sede per un centro di accoglienza, per il sindaco di Capiago e colleghi conta fino a un certo punto il proposito filtrato dal ministro dell'Interno Roberto Maroni. Attraverso Nicola Molteni, parlamentare della Lega Nord: il centro profughi nella villa settecento di via del Carroccio sarebbe ipotesi altamente improbabile. Maroni, ha riferito Molteni, non vuole imporre nulla. E vuole ascoltare gli enti locali: il loro parere dovrebbe essere vincolante.
Eppure, si va avanti. Ieri, la mozione già stesa e approvata dalla giunta poche ore prima, è stata ratificata in consiglio con il voto contrario di Vivere, la lista targata Pdl e Lega Nord. Disposta a seguire l'indicazione della lettera già firmata, nelle stesse ore, dai sindaci di Capiago Intimiano, Brenna, Carimate, Cermenate, Cucciago, Figino Serenza e Novedrate. Nel documento dei primi cittadini, si chiede un incontro con il prefetto Michele Tortora anche per capire «il mantenimento dei profughi e il loro status giuridico». Oltre a indicare il vecchio ospedale Sant'Anna di Como e la caserma «De Cristoforis» di Como come scelta ideale. Per la giunta, in primis si dovrebbero distribuire i profughi in tutta la provincia, con il rapporto di uno ogni 4mila abitanti. Oppure, ospitarli a Como: «De Cristoforis», Sant'Anna o area San Martino. Ma è la «disponibilità ad accogliere un ristretto numero di profughi presso gli immobili comunali» – un massimo di cinque, si è detto dai banchi della maggioranza – a dividere il consiglio.
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