Ci risiamo, strade di Como
martoriate dalle buche

Sono profonde, numerose e pericolose. L'assessore: "Possiamo solo rattopparle. Rassegnamoci"

Due giorni di pioggia e la città diventa un gruviera, alla faccia di rappezzi e rassicurazioni dell'amministrazione cittadina, che con l'assessore Molinari si era impagnata a sistemarle.
Assessore, le buche. Sono tornate. Sono tantissime. Sono enormi. Sono profonde. Sono pericolosissime. Sono ovunque.
«Eh, le buche. Le buche le ripariamo».
Le riparate come? Ancora così, malamente? Che alla prossima pioggia si bucano daccapo?
Le ripariamo, si ribucano, le ripariamo e si ribucano, le ripariamo e si ribucano.
Sempre così?
Sempre così.
Ma non conviene rifare l'asfalto bene una volta per tutte? Guardi la provinciale tra Alserio e Albavilla, passano un sacco di tir al giorno, neanche una buca.
Senta, io in questo momento sono a Torino e le strade sono uno schifo. A Firenze, uno schifo. A Milano uno schifo.
E allora bisogna rassegnarsi?
Sì, non ci sono i soldi.
Ancora con la storia dei soldi? Non ha aumentato i posteggi apposta?
A bilancio abbiamo 800mila euro. Per rifare l'asfalto daccapo 10-12 milioni.
Quindi bisogna rassegnarsi a tenersi le buche.
Nelle città con tanto traffico è così.
E sarà così per sempre?
Guardi, forse troverò 205mila euro dalla prossima variazione di bilancio, allora a quel punto...
A quel punto ci si perde nella spiegazione dell'assessore Stefano Molinari. Il riassunto di quel che dice, tra tappe e controtappe del cammino burocratico, è che «se andrà tutto bene, qualcosa si potrà fare». Qualcosa, un millesimo di tutto vista la proporzione tra i soldi a disposizione e quelli che servirebbero. Soldi. Se come diceva Giovanni Falcone «seguire i soldi» è il modo per compiere un indagine, seguire le buche è un modo per capire che i soldi non ci sono. E le buche sono forse l'insegna più evidente della crisi. Ce ne sono ovunque. Rattoppate alla bell'e  meglio all'ultima tornata, sono risbucate alle prime piogge. È che te ne accorgi quando ci finisci dentro e pensi si aver perso una ruota tanta è stata la violenza dell'urto. L'Oltrecolle è un percorso di guerra, la Napoleona sembra un campo dove sono passate le talpe, il lungolago è disseminato di trappole e in viale Giulio Cesare c'è un pozzetto profondissimo che distrugge cerchioni e sospensioni. Le periferie sono disastrate pressoché ovunque. E il vero dramma di tutte le vie della città è che le buche sono insidiose (perché profonde) e pericolose perché, nel tentativo di schivarle, si rischia di finire addosso alle altre auto. «Domani le ripariamo», dice l'assessore. Oggi è previsto sole e operai al lavoro. Sabato piove di nuovo. E siamo punto a capo.
Anna Savini

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