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Mercoledì 23 Marzo 2011
Peverelli chiede scusa
per il tricolore gettato
Como: la bagarre sulla bandiera che ha visto in aula il consigliere del Pd Vittorio Mottola donarla all'esponente lumbard che, per tutta risposta, glielo ha lanciata in faccia. Bruni si dissocia da entrambi
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Il sindaco Stefano Bruni ieri ha ribadito quanto già dichiarato in aula poco dopo il parapiglia: «Mi dissocio da chi usa la bandiera a scopo provocatorio, ma mi dissocio ancora di più da chi reagisce così alle provocazioni e dalla volgarità di quanto accaduto». Luigi Bottone, a nome del gruppo di Autonomia liberale per Como dice che «non si può offendere la bandiera lanciandola in quel modo in un'istituzione» e chiede «le scuse formali sia a Peverelli sia a Mottola». Entrambi infatti si sono praticamente lanciati in faccia a vicenda la bandiera italiana. Già in consiglio aveva stigmatizzato l'episodio Marco Butti (Pdl), mentre ieri il capogruppo della Lega Giampiero Ajani ha detto: «È stato Mottola a innescare un'autentica provocazione a orologeria. Se avesse voluto celebrare il Tricolore avrebbe potuto farlo prima del 17 marzo. Il primo a esagerare è stato Mottola e Peverelli si è fatto trascinare. Eviterei però di proseguire: abbiamo la cattiva abitudine di ingigantire le cose piccole e di minimizzare quelle importanti». Il consigliere del Pd Marcello Iantorno ieri ha presentato un'interrogazione al sindaco per chiedere le dimissioni o la revoca di Peverelli dal suo incarico. L'idea di una mozione di sfiducia nei confronti dell'assessore lumbard, però, non ha preso piede nemmeno all'interno della minoranza. Più di un esponente dell'opposizione ha infatti fatto notare che il gesto deprecabile commesso da Peverelli, in realtà è stato ripetuto pochi secondi dopo dal consigliere del Pd Mottola. Resta da capire se l'assessore deciderà di scusarsi pubblicamente anche in consiglio (oltre alla lettera inviata ieri ai giornali) e se Mottola deciderà di fare lo stesso.
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