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Venerdì 25 Marzo 2011
Un libro inglese: Balbianello
tra i giardini più bellìi del mondo
Secondo l'autore rientrano nel novero ristretto di quegli ambienti «eccentrici e complicati che rompono gli schemi classici, e sfidano i preconcetti». E' un un parco che non può lasciare indifferente il visitatore
Protagonisti dell'avventura sono Monty Don, volto di noti programmi televisivi dedicati al giardinaggio su Channel 4 e BBC, e Derry Moore, le cui fotografie campeggiano sui muri del Metropolitan Museum di New York e della britannica National Portrait Gallery.
Il libro raccoglie la storia e le immagini di trenta «giardini leggendari» sparsi in tutta la penisola, compresi ovviamente quelli che si affacciano sul lago di Como, e The Observer, inserto culturale del quotidiano inglese The Guardian, ha pubblicato un estratto dell'opera dedicato a villa Balbianello, a conferma del fascino che il Lario esercita sui sudditi di Sua Maestà.
I giardini di Lenno, osserva Don, rientrano nel novero ristretto di quegli ambienti «eccentrici e complicati che rompono gli schemi classici, e sfidano i preconcetti». Insomma, quello del Balbianello è un parco che non può lasciare indifferente il visitatore: «Appena entrato -dice l'inglese - ho pensato che per certi aspetti qui il giardinaggio fosse portato all'estremo».
Il fascino del giardino, in questo caso, è dato prima di tutto dalla sua posizione, a picco su un promontorio circondato per tre lati dall'acqua: «Per raggiungere la villa via terra - scrive Don - bisogna percorrere almeno mezzo miglio nel bosco, e questo rende ancor più misterioso un luogo che contrasta con la mondanità di altre ville celebri, appartenenti a persone ricche e famose. Entrare qui è come scoprire un segreto».
A colpire sono poi i contrasti naturali, se è vero che «dove finisce l'area dei giardini iniziano improvvisamente dirupi, rocce, sterpaglia e piante selvagge». La magia del luogo, in ultima analisi, sta nel fatto che nonostante il promontorio si offra alla vista delle barche di passaggio «il giardino resta appartato, come fosse un santuario».
L'autore ripercorre poi le vicende storiche del sito, oggi appartenente al Fondo Ambiente Italiano. Occupato dai monaci francescani nel tredicesimo secolo con un monastero, nel 1787 il promontorio venne acquistato dal cardinale Angelo Durini, che già possedeva la vicina villa del Balbiano: «Ereditò i campanili, l'oratorio e il monastero sulla riva del lago - ricorda Don - e aggiunse un portico in cima alla collina, affiancato da una libreria e una sala da musica».
Nell'Ottocento, passato alla famiglia Visconti, Balbianello divenne un importante punto di ritrovo per i patrioti che lottavano contro la dominazione austriaca. Per questo motivo all'entrata «venne piantato un Arbutus menziesii, una pianta capace di replicare i colori della bandiera nazionale con il verde delle foglie, il bianco dei fiori e il rosso dei frutti».
Nell'estratto pubblicato dall'Observer c'è spazio infine per un accenno a Menaggio, che l'autore consiglia di raggiungere in battello per godere delle «montagne che sorgono dal lago». Qui, scrive Don, in una bella giornata di sole il turista dovrebbe fermarsi in piazza per mangiare risotto con il persico, pescato lì di fronte poche ore prima. È questo il modo migliore «per cogliere l'essenza del luogo».
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